Torino, corteo e fiaccolata sfidano i divieti della questura

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Maltempo

In piazza contro il divieto di manifestare imposto dalla questura. Comitati, associazioni e collettivi Pro-Pal si sono dati appuntamento in serata a Torino «per sostenere la Palestina, la sua resistenza e il Libano» e per denunciare il genocidio in corso a Gaza. Due i cortei. Uno dal Campus Einaudi dove nel tardo pomeriggio aveva parlato Mjriam Abu Samra, ricercatrice e attivista italo-palestinese, guidato dagli universitari dell’Intifada studentesca, aperto dallo striscione «Un anno di resistenza, un anno di genocidio». (il manifesto)

Ne parlano anche altre fonti

«Il diritto a manifestare il nostro dolore, la nostra rabbia e il nostro supporto per chi resiste alla furia genocida in Palestina, a manifestare il nostro dissenso nei confronti delle istituzioni che supportano mediaticamente, economicamente e militarmente questo genocidio è un diritto costituzionale». (La Stampa)

Abbiamo visto moltissimi giovani, e una città che ha risposto all’appello delle organizzazioni palestinesi in Italia e che ha ribadito che il governo e l’apparato militare industriale italiano sono complici di chi sta ammazzando impunemente persone innocenti e mettendo a ferro e fuoco il medioriente. (Potere al Popolo)

Roma si è svegliata blindata, con le strade del centro presidiate dalle forze dell’ordine. Un clima teso che sembra preludere a nuove esplosioni di violenza soprattutto dopo la visita della premier Giorgia Meloni, nel Ghetto ebraico, dove si è svolta la cerimonia di commemorazione per le vittime dell’attacco terroristico contro Israele del 7 ottobre. (Panorama)

Gli infiltrati nelle piazze, dagli anarchici ai marxisti: oggi allerta per la sinagoga

Intanto Tiziano Lovisolo, il 24enne marchigiano arrestato dopo gli scontri di sabato scorsa alla fine della manifestazione palestinese, va ai domiciliari. I poliziotti lo accusano ma i video sembrano invece scagionarlo. (il manifesto)

Nonostante una martellante campagna di terrorismo mediatico atta a diffondere un generale sentimento di paura e incertezza, i/le solidali di questo Paese hanno deciso ugualmente di rispondere alla chiamata nazionale di sabato 5 ottobre. (Osservatorio Repressione)

– Cogliere l’attimo. I soliti noti, professionisti della contestazione e del caos, hanno approfittato della manifestazione di Roma per attaccare le forze dell’ordine. (QUOTIDIANO NAZIONALE)