Steve Witkoff a Doha per negoziati su ostaggi e cessate il fuoco Israele-Hamas

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QUOTIDIANO NAZIONALE ESTERI

L'inviato Usa per il Medio Oriente, Steve Witkoff, sarà a Doha martedì per tentare di raggiungere un nuovo accordo per il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco fra Israele e Hamas. Lo riporta Axios, citando alcune fonti. Le trattative saranno le prime da quando il presidente statunitense Donald Trump ha assunto l'incarico e da quando è scaduto l'accordo iniziale di 42 giorni di cessate il fuoco a Gaza (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Su altri media

A Khan Yunis non allarmano più di tanto le ultime minacce di Donald Trump. Rilasciare tutti gli ostaggi ora, non dopo, e restituire immediatamente tutti i cadaveri delle persone che avete assassinato, o per voi è finita", ha scritto, intimando di lasciare Gaza e mandando un avvertimento anche alla popolazione: "Un bellissimo futuro vi attende, ma non se terrete degli ostaggi. (il Dolomiti)

Di fronte allo stallo nei negoziati di pace per Gaza, determinato dalle condizioni imposte da Benjamin Netanyahu, che insiste sulla completa demilitarizzazione della Striscia, Donald Trump, anziché favorire un rilancio del dialogo, sembra voler alimentare ulteriormente le tensioni minacciando militarmente Hamas (LA NOTIZIA)

GERUSALEMME – America First, anche nelle trattative tra Israele e Hamas. (la Repubblica)

Naama Weinberg, il cui cugino Itay Svirsky è morto dopo 99 giorni di prigionia, ha definito Netanyahu "responsabile della morte e dell'omicidio" di 37 ostaggi e ha chiesto a Trump di non collaborare con lui. (Euronews Italiano)

Il presidente degli Stati Uniti ha lanciato un ultimo avvertimento diretto e senza appello a Hamas, chiedendo la liberazione immediata degli ostaggi e la restituzione dei corpi delle vittime. Rilasciate tutti gli ostaggi ora, non più tardi, e restituite immediatamente tutti i corpi di coloro che avete assassinato, o per voi è finita. (L'Opinione)

IL POPOLO DELLE TENDE è intrappolato in una spirale di sfollamento forzato e ricostruzione precaria dell’esistenza: i palestinesi fanno da sé come hanno fatto da sé nel 1948, quando da soli fondarono campi profughi nei paesi vicini, senza sapere che sarebbe rimasta la loro casa per sette decenni. (il manifesto)