Ddl Sicurezza, le critiche dei tecnici del Senato: ci sono nodi «da chiarire»

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Appena varcata la soglia di Palazzo Madama il ddl Sicurezza vacilla già dal punto di vista tecnico giuridico, messo in crisi dal dossier stilato dal Servizio studi del Senato. Eppure nell’iter intrapreso ieri davanti alle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia sono stati ridotti al minimo i tempi riservati alle audizioni degli esperti. Un taglio drastico a cui i relatori hanno trovato subito una giustificazione: colpa della legge sul Fine vita. (il manifesto)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Un pacchetto di norme che, a dispetto del nome che porta, ha solo l’ambizione di far sentire al sicuro i sindacati di polizia più vicini alle destre di governo. (il manifesto)

L'europarlamentare M5S, Giuseppe Antoci, interroga la Commissione Ue sul ddl Sicurezza: "In Italia si rischia lo stato di polizia". (LA NOTIZIA)

La protesta pavese è andata in scena davanti a… «A rischio c’è la libertà di manifestare, un passo indietro rispetto al codice Rocco» hanno evidenziato i manifestanti. (La Provincia Pavese)

Carceri, nonviolenza e rifugiati: quale sicurezza da garantire

Cari Segretari Provinciali e Regionali, (SIULP Nazionale)

C'è da spiegare che è vero, il ddl Sicurezza aumenta effettivamente le pene e aggiunge dei nuovi reati almeno in una ventina di casi (su 38 articoli) e tuttavia la sua approvazione trova giustificazione a dispetto di ogni garantismo d'ufficio, e a dispetto, soprattutto, di un luogo comune assolutamente fondato: che di norma, nel mondo, a pene più severe non corrisponde un calo della criminalità, la tolleranza zero non fa diminuire i reati, non è un deterrente, e insomma, all'apparenza è una cosa che non serve, anche perché gli stessi reati erano già puniti in precedenza. (il Giornale)

C’è bisogno di sicurezza. Impossibile negarlo, tra spaventose minacce di guerra e inedite inquietudini come quelle suscitate dall’intelligenza artificiale. (Avvenire)