L’Ue conferma il sostegno incrollabile a Kiev, ma l’Ungheria si chiama fuori
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Mosca attacca: "Bruxelles diventa il partito della guerra". Lunedì nuovo giro di incontri degli Usa con russi e ucraini I leader europei riuniti a Bruxelles, dopo lo scambio di vedute con Volodymyr Zelensky, hanno discusso della situazione sul campo in Ucraina e dello stato di avanzamento dei colloqui guidati dagli Stati Uniti. “È stata condivisa l’opinione che al momento non siano in corso veri e propri negoziati”, assicura un alto funzionario europeo. (LA NOTIZIA)
Se ne è parlato anche su altri media
Il nome era bellicoso, esplicito, a modo suo onesto: ReArm Europe. Sono sempre i particolari a indicare il senso della totalità di un tema. (Il Dubbio)
La riunione dei "volenterosi" di domani è la terza della serie dopo quelle del 17 febbraio, sempre all'Eliseo, e quella del 2 marzo a Londra. Il presidente francese e il collega ucraino si sentono al telefono tutti i giorni e questa sera - ha fatto sapere l'Eliseo - "il capo dello stato ripeterà al presidente Zelensky che la Francia farà del proseguimento e del rafforzamento del sostegno militare e finanziario all'Ucraina la sua priorità assoluta". (Sky Tg24 )
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) – vengono analizzate con gli esperti Greta Cristini, analista geopolitica, (agenzia giornalistica opinione)
Da un lato il piano di riarmo dell’Unione europea, ribattezzato Readiness 2030, e dall’altro il sostegno militare all’Ucraina in vista di un cessate il fuoco. Sono i dossier al centro della riunione ieri tra i vertici delle istituzioni Ue e dei cosiddetti Paesi «like-minded», ovvero che la pensano allo stesso modo. (Corriere della Sera)
– E’ forse la notizia più importante del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 marzo: per la seconda volta in sole due settimane, le posizioni dell’Ue sull’Ucraina sono state decise a Ventisei, con l’Ungheria di Viktor Orbán contraria, messa pateticamente in un angolo a riflettere sulla sua irrilevanza, e sull’inutilità, ormai (almeno in certi ambiti), del suo diritto di veto, che per anni aveva dato a Budapest un peso negoziale assolutamente sproporzionato rispetto all’importanza economica, politica e demografica del Paese. (Agenzia askanews)
Il piano di riarmo dell'Ue concepito dalla Commissione Europea viene ribattezzato "Readiness 2030", ma la sua reale portata finanziaria resta incerta, perché, a parte la Germania, diverse capitali tengono le carte coperte sull'eventuale utilizzo della clausola nazionale di salvaguardia. (Adnkronos)