Daniela Marra, intervista alla protagonista femminile di Iddu, il film in concorso al Festival di Venezia 2024

Daniela Marra ci parla del proprio mestiere, delle sue radici e di Iddu, film in concorso al Festival di Venezia 2024: «L’integrità è anche qualcosa di coraggioso» La recitazione vista come assoluto piano “A”, oggi le ha regalato solo soddisfazioni, occasioni in cui mettersi in gioco. Daniela Marra è una di quelle attrici che nelle storie non passano mai inosservate, basta vedere il personaggio di Ariana Faranda, interpretato nella serie di Marco Bellocchio, Esterno Notte, per il quale è stata candidata come attrice non protagonista sia al David di Donatello che ai Nastri d’Argento. (Vogue Italia)

Su altre fonti

"Era un uomo ossessionato dal sesso, un latin lover, un narcisista patologico. Chi era Matteo Messina Denaro?". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

La nostra recensione video di Iddu - l'ultimo padrino, il film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza con Toni Servillo, Elio Germano, Daniela Marra, Barbora Bobulova, Giuseppe Tantillo, Fausto Russo Alesi, Antonia Truppo, Tommaso Ragno in Concorso all'81 esima edizione del Festival di Venezia (BadTaste)

La scelta di Piazza e Grassadonia è conferire a questa vicenda, che poi sfumò in un nulla di fatto perché la trama fu rivelata ai giornali, i toni di una farsa. Era il 2004 e l'idea era di fargli arrivare delle lettere dal suo padrino, l'ex sindaco del suo paese d'origine, molto legato all'amatissimo padre di Matteo. (Corriere della Sera)

Le parole che ricorrono più spesso nelle riflessioni di Elio Germano e Toni Servillo a proposito di «Iddu», il film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza sulla latitanza di Matteo Messina Denaro, sono «grottesco» e «ridicolo». (Corriere della Sera)

Per raccontare in Iddu, ieri in gara alla Mostra, la vita segregata di un criminale mafioso tra i più famosi de… Potrebbe essere la tragedia di un uomo ridicolo, megalomane, maniacale, se non fosse che, tra le sue dichiarazioni celebri, ce n’è una, rilasciata prima dell’infinita latitanza, che gela il sangue: «Con le persone che ho ucciso potrei riempirci un mio cimitero privato». (La Stampa)