Omicidio di Arcangelo Correra, Renato Caiafa resta in carcere

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INTERNO

Nella notte tra venerdì e sabato, nel cuore del centro storico di Napoli, si è consumata una tragedia che ha visto la morte del diciottenne Arcangelo Correra, colpito da un proiettile alla testa. Il cugino, Renato Caiafa, di 19 anni, è stato arrestato con l'accusa di porto e detenzione di arma clandestina e ricettazione. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli ha deciso di non convalidare il fermo, ritenendo assenti i presupposti di legge e il pericolo di fuga, ma ha comunque disposto la custodia cautelare in carcere per il giovane.

Secondo quanto emerso dall'interrogatorio di garanzia, Renato Caiafa ha raccontato che, insieme ad Arcangelo e a un altro amico, aveva trascorso la serata nella zona dei baretti di Chiaia. Rientrati verso le 4:30 del mattino, i tre giovani si sono fermati in piazzetta Sedil Capuano, dove hanno notato una pistola appoggiata sulla ruota di un'auto. Nel momento in cui Caiafa ha impugnato l'arma, è partito il colpo che ha ferito mortalmente il cugino.

Le ultime parole di Arcangelo, secondo il racconto di Renato, sono state: "Renà, non mi lasciare". Il giovane è stato immediatamente trasportato all'Ospedale Vecchio Pellegrini, dove è deceduto poco dopo. La vicenda ha suscitato grande commozione, soprattutto considerando che Renato è il fratello di Luigi Caiafa, il diciassettenne ucciso dalla polizia durante una rapina nel 2020.

Le indagini della Squadra Mobile di Napoli e della Procura proseguono per chiarire ulteriormente le circostanze dell'accaduto e verificare la provenienza dell'arma.