Stellantis: tra crisi di mercato e tensioni geopolitiche, cresce l’incertezza per Termoli

Il colosso automobilistico ha recentemente rivisto al ribasso le sue previsioni per il 2024, stimando ora un margine operativo tra il 5,5% e il 7%, ben al di sotto delle precedenti aspettative a doppia cifra. Questa revisione, causata da difficoltà operative in Nord America e da un mercato globale sempre più competitivo, ha provocato un tonfo del titolo in borsa di oltre il 10%, toccando il minimo storico dal 2022. (Primonumero)

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Se nel corso dell’ultima seduta settimanale le sue azioni hanno recuperato l’1,75%, si può tranquillamente affermare che siamo in presenza della classica eccezione ad una regola consolidata. Basta infatti dare una rapida occhiata ai risultati inanellati nel corso dell’ultimo semestre, per capire meglio lo smottamento in atto. (ClubAlfa.it)

Il gruppo automobilistico ha segnalato vendite totali di 305.294 veicoli nel terzo trimestre del 2024. Nel complesso, le vendite totali negli Stati Uniti nel terzo trimestre del 2024 sono diminuite del 20% anno su anno. (ClubAlfa.it)

La revisione al ribasso improvvisa della stima del free cash flow del 2024 a -10 miliardi, rispetto alla sua capitalizzazione di mercato (45 miliardi), è stata brutale, secondo AlphaValue, che individua 12 azioni (una è italiana) candidate a una ristrutturazione del loro bilancio e 16 potenzialmente a rischio su cui riflettere (Milano Finanza)

Crisi profonda per Stellantis, il gruppo automobilistico si aggrega alle grandi altre del mercato, che stanno mangiando la polvere dai cinesi. (f1world.it)

Prosegue il trend negativo di Stellantis al FTSEMib dopo la flessione registrata nelle precedenti sedute. Proseguono le revisioni dei target price sul titolo dagli analisti, dopo le nuove indicazioni del management sulle stime per il 2024. (SoldiOnline.it)

Per il momento prevalgono gli allarmi dei sindacati che, di giorno in giorno, sviolinano numeri da incubo sull’occupazione. Il calo delle vendite generalizzato in tutte le principali aree geografiche si ripercuote sulle fabbriche e i tagli alla produzione creano problemi economici ed anche sociali. (ilmessaggero.it)