Scudetto deciso domenica, Inter in testa: Thuram e Lautaro fanno la differenza

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La domenica appena trascorsa potrebbe aver segnato un punto di svolta decisivo nella corsa al titolo di Serie A. Secondo Sabatini, analista esperto, le partite tra Atalanta-Inter e Venezia-Napoli hanno delineato un quadro ormai chiaro: l’Inter, con la vittoria a Bergamo, ha dimostrato di avere qualcosa in più rispetto alle rivali, confermandosi non solo in vetta alla classifica ma anche in termini di qualità e solidità.

Il match contro l’Atalanta, che pure aveva tenuto testa ai nerazzurri nel primo tempo, si è risolto grazie alla freddezza di Lautaro Martinez e alla prestazione spaziale di Marcus Thuram, autore di un primo tempo di altissimo livello. Thuram, spesso sottovalutato, ha mostrato una maturità tattica e tecnica che ha fatto la differenza, mentre Lautaro, come suo solito, non ha sbagliato quando serviva. L’Inter, che ora vanta +3 sul Napoli e +6 sull’Atalanta, ha saputo sfruttare al meglio i suoi punti di forza, tra cui la pericolosità aerea e l’efficacia nei colpi di testa, come evidenziato dalle analisi di Sky Sport.

L’Atalanta, da parte sua, esce sconfitta ma non umiliata. Gasperini, che in Supercoppa aveva optato per le riserve, ha schierato la formazione titolare, dimostrando di credere nella possibilità di competere. Tuttavia, la qualità dell’Inter ha prevalso, lasciando i bergamaschi con tre punti in meno rispetto alle aspettative. Dieci giorni fa, dopo il pareggio con il Venezia, le sfide contro Juventus e Inter erano considerate uno spartiacque per la stagione. Ora, con la sosta delle Nazionali alle porte, l’Atalanta dovrà ricostruire il morale del gruppo, cercando di non farsi travolgere dalle aspettative esterne.

Proprio su questo punto si è espresso Beppe Bergomi, storico ex calciatore noto come “lo Zio”. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, Bergomi ha sottolineato come la mentalità dell’Atalanta, forgiata dalla vittoria in Europa League, non debba essere intaccata dalla sconfitta con l’Inter. Tuttavia, ha anche ammonito che non si può pretendere un titolo da una società ancora in evoluzione, paragonandola al Leicester ma evidenziando le differenze: il club inglese, nel suo anno magico, non aveva di fronte avversari dello stesso calibro dell’Inter o del Napoli.