Padova, sequestra mamma e figlio di 5 anni: «Se dici qualcosa finisci come Giulia Cecchettin»

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Corriere della Sera INTERNO

Quattro ore di terrore per una donna di 26 anni che, insieme al suo bambino di 5, ha viaggiato in auto con il suo rapitore che con un coltello alla gola le prometteva la stessa fine di Giulia Cecchettin. Erano le 8 del mattino di venerdì quando Tari Ardair, albanese di 33 anni ex proprietario di un salone di parrucchieri a Borgoricco, ha raggiunto la donna della quale stava progettando da mesi il sequestro. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri giornali

E Ardair Tari, titolare di uno salone di barbiere a Castelfranco (Treviso), rientrava a pieno nei paletti posti dalla ministra della Giustizia: la sentenza di palazzo Grimani riscriveva quella pronunciata a luglio 2023 dal tribunale di Treviso che lo aveva condannato a 1 anno e 8 mesi di reclusione per stalking e tentata violenza privata. (ilgazzettino.it)

Più volte durante i cento chilometri che da Borgoricco sono serviti ad arrivare in provincia di Trento il bambino ha ripetuto alla mamma questa frase. Una volta che il parrucchiere di Silea è stato reso inoffensivo, il piccolo ha abbracciato i carabinieri e ha riferito loro che «sono come degli Spiderman», il suo eroe dei fumetti. (ilgazzettino.it)

Dopo un inseguimento di oltre 100 chilometri, l'uomo è stato arrestato a Grigno, in Trentino (LAPRESSE)

La lunga fuga, la caccia all’uomo e il blitz finale in Trentino: così il rapitore di mamma e bimbo in Veneto è stato arrestato. “Li avrebbe uccisi”

Coltello alla mano l’ha costretta a fermare l’auto. L’uomo, che in passato aveva avuto un relazione con la donna, ha aspettato in strada che lei portasse il figlio di 5 anni all’asilo. (Il Fatto Quotidiano)

In auto con lui, sotto minaccia di morte, una donna di 26 anni con il figlio di 5 sequestrati la mattina davanti all’asilo di Borgoricco. Un 33enne di origini albanesi è stato fermato dai carabinieri di diversi comandi del Triveneto dopo una fuga di 100 chilometri attraverso quattro diverse province nella mattinata di venerdì 5 luglio. (La Voce di Rovigo)

Questa è la cronistoria, angosciante, incalzante come un film, di un sequestro che avrebbe potuto trasformarsi in un femminicidio, esito sventato dalla prontezza e dall’abilità dei carabinieri del Veneto e del Trentino. (Il Fatto Quotidiano)