La spirale degli estremismi, quando l'avversario è un nemico

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Corriere della Sera ESTERI

Violenza e politica: è irresistibile la tentazione di parlare di «virus americano», magari attribuendone la recrudescenza proprio a Donald Trump. Da Abraham Lincoln ai fratelli Kennedy e Martin Luther King, da Ronald Reagan all’attentato di sabato sera in Pennsylvania, la serie è lunga. Però etichette e semplificazioni sono pericolose. Si dimentica così che violenza e politica vengono gemellate nel pensiero e nella pratica degli anarchici russi e italiani nell’Ottocento e nel primo Novecento (Corriere della Sera)

Su altri giornali

Non è questione di decibel, di toni da abbassare, di stabilire chi insulta di più, o chi, da ogni parte, non sa più cos’è un avversario politico ma sa solo viverlo e fantasticarlo come un malvagio nemico da abbattere. (L'HuffPost)

Un’onda di shock e sgomento ha attraversato tutto il Paese, scuotendolo fino alle sue fondamenta e lasciando un segno indelebile non solo su ciò che ruota intorno al Campidoglio, ma anche nell’animo stesso della nazione. (L'Eco di Bergamo)

io e il pubblico sappiamo quel che i bambini imparano a scuola, e scoprire che accadde a Linz, (comune-info.net)

La fragilità di una nazione

L’aggressore Thomas Matthew Crooks, di famiglia repubblicana, anch’egli iscritto con una piccola quota al partito, ha confessato candidamente sul web di odiare il candidato repubblicano Donald Trump. L’attentato di Butler in Pennsylvania è lo specchio delle profonde complessità che animano gli Stati Uniti di oggi. (ROMA on line)

Donald Trump porta egli stesso una buona parte di responsabilità. (Milano Finanza)

Il recente e discusso film “Civil War”, centrato proprio su uno scontro intestino ai nostri giorni tra stati fedeli al presidente e Stati decisi a perseguire una secessione, è stato non troppo lontanamente ispirato dalla contesa tra le due anime di un Paese che sabato pomeriggio ha fatto un altro passo verso la frattura politica non ricomponibile. (Avvenire)