Airbnb e il Colosseo, turisti come gladiatori
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Airbnb, la nota piattaforma di affitti brevi, ha recentemente annunciato un'iniziativa che ha suscitato non poche polemiche: i turisti potranno partecipare a finti combattimenti tra gladiatori nell'arena del Colosseo. Questo progetto, che coincide con l'uscita del sequel del celebre film "Il Gladiatore" di Ridley Scott, è stato reso possibile grazie a un accordo tra Airbnb e il Parco Archeologico del Colosseo, con la collaborazione di Ars Dimicandi e del Gruppo Storico Romano.
L'iniziativa prevede un investimento di 1,5 milioni di euro da parte di Airbnb per contribuire alla realizzazione del progetto "Il Colosseo si Racconta", che include il rinnovo del percorso museografico diffuso e dei temi espositivi permanenti all'interno dell'Anfiteatro Flavio, uno dei monumenti più visitati d'Italia. Tuttavia, la decisione di trasformare il Colosseo in una scenografia per spettacoli turistici ha sollevato critiche da parte di molti, che vedono in questa operazione un segno di cattivo gusto e un cortocircuito culturale.
Il Colosseo, simbolo della grandezza storica di Roma e custode della memoria millenaria della città, non è solo un'attrazione turistica, ma un capitolo vivente della storia. La scelta di permettere ai turisti di calarsi nei panni dei gladiatori, seppur in modo simbolico, è stata vista come un'ulteriore dimostrazione della gestione discutibile dei beni culturali da parte dell'attuale amministrazione. La direzione del Parco Archeologico del Colosseo, con l'avallo del governo Meloni, ha deciso di procedere con questa iniziativa nonostante le polemiche.
L'accordo tra Airbnb e il Parco Archeologico del Colosseo rappresenta un esempio di come il patrimonio culturale possa essere utilizzato per scopi commerciali, suscitando dibattiti sulla tutela e valorizzazione dei beni storici.