Tra liste d’attesa e costi: un anziano malato su 4 rinuncia a esami e visite

In Puglia un anziano con una patologia su quattro rinuncia a curarsi per via delle liste d'attesa che sono troppo lunghe, per i costi della sanità o perché ha delle difficoltà nel raggiungere ospedali e cliniche. E tra coloro che invece riescono a sottoporsi a esami e diagnosi cresce la domanda rivolta alla sanità privata. Il dato emerge dall'ultima ricerca di Passi d'Argento, il gruppo di studio messo in campo dall'Istituto Superiore della Sanità. (quotidianodipuglia.it)

Su altre fonti

È quanto emerge dal terzo Rapporto civico sulla salute di Cittadinanzattiva su dati Istat. MOLISE. Nel 2023 nove molisani su cento hanno rinunciato a prestazioni sanitarie pur avendone bisogno, percentuale in aumento rispetto al 2022 (circa il 6%). (Termoli Online)

Escludendo dall’indagine quelli che hanno dichiarato di non aver avuto bisogno di visite o esami, la percentuale degli over 65 che ha rinunciato a prestazioni necessarie sale al 23%. Il 61% non ha invece rinunciato a nessuna prestazione e il 21% ha appunto dichiarato di non averne avuto bisogno. (Vanity Fair Italia)

A rilevarlo è l’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, che con l’istituto di ricerca Nomisma ha interrogato in merito un campione di 1.346 persone in tutto il territorio nazionale. (Insurzine)

300 giorni per una visita cardiologica (invece di 30). Lunghe attese e rinuncia alle cure. Pronto Soccorso intasati

468 giorni per una prima visita oculista e 480 per una visita di controllo oncologica Getting your Trinity Audio player ready... (Dire)

In generale la situazione è positiva in quanto per tutte le altre visite monitorate su prescrizione del ministero della Salute i tempi sono rispettati mantenendo una media vicina al 90 per cento nelle diverse classi di priorità. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Si possono attendere 300 giorni per una prima visita cardiologica o anche neurologica con codice di priorità «D» (Differibile), cioè da fare entro 30 giorni secondo l’indicazione clinica data dal medico sulla ricetta del Servizio sanitario nazionale. (Corriere della Sera)