«Caro ingegnere...»: così Elkann si è preso soldi, quadri e lingotti dell'eredità Agnelli

Di solito le nonne regalano buste con dentro 50 o 100 euro. Marella Caracciolo, invece, ha donato opere d’arte e gioielli per 170 milioni di euro ai suoi nipoti, i fratelli Elkann. Almeno così sostengono loro: per la Procura e per il giudice Antonio Borretta, invece, quelli erano regali falsi. Secondo l’accusa, John, Lapo e Ginevra si sono spartiti un enorme patrimonio per non farlo figurare nell’eredità della nonna. (Torino Cronaca)

Ne parlano anche altre fonti

Se la produzione di auto è un problema - i conti finanziari di Stellantis però no, almeno fino a oggi -, non è così per gli investimenti di natura prettamente finanziaria. Della Provvidenza alimentata con i soldi dei nonni, soldi nascosti all'estero e ora al centro della battaglia per l'Eredità Agnelli. (Torino Cronaca)

I fratelli Elkann sono stati accusati di presunta evasione fiscale e frode nei confronti dello Stato in relazione all'eredità della famiglia Agnelli. Scopriamo quali stratagemmi potrebbero aver utilizzato (Brocardi.it)

Potremmo esagerare se la signora si facesse accompagnare nell'ufficio comunale da un avvocato di Zurigo o di Ginevra». È uno dei suggerimenti che l’avvocato Peter Hafter indica a John Elkann in una mail datata 8 luglio 2011 in cui si discute del cambio di residenza di Marella Caracciolo, da Saint Moritz a Lauenen (Gstaad). (Corriere della Sera)

L'Eredità del Re. Ossia di Gianni Agnelli. E' questo il titolo dello speciale mandato in onda ieri sera da La7, una riproposizione della puntata di "100 Minuti" con l'inchiesta "Autostop" realizzata da Giovanna Boursier sui destini dalla ex Fiat, oggi Stellantis. (Torino Cronaca)

I fratelli Elkann non avrebbero pagato la tassa di successione nemmeno sulle quote societarie della lussemburghese Juky S.a., proprietaria della splendida villa “Ain Kassimou” di Marrakech, comprata nel 2003 da Marella Caracciolo e dove era solita svernare. (ilmessaggero.it)

La scatola lussemburghese è stato l’ultimo approdo delle centinaia di milioni di euro sottratte al fisco italiano nel 2004 al momento della morte dello storico presidente della Fiat. (Il Giornale d'Italia)