Eredità Agnelli, accuse di frode fiscale agli Elkann

- L'eredità della famiglia Agnelli, una delle dinastie più influenti e potenti d'Italia, torna sotto i riflettori con un'inchiesta della Procura di Torino che ha portato al sequestro preventivo di 74,8 milioni di euro a carico di John, Ginevra e Lapo Elkann. I tre fratelli, nipoti prediletti di Marella Caracciolo, sono accusati di aver messo in atto una strategia fraudolenta, affinata nel corso di oltre un decennio, per evitare il pagamento delle tasse di successione sui beni ereditati dalla nonna.

La villa "Ain Kassimou" di Marrakech, acquistata nel 2003 da Marella Caracciolo, è uno dei beni al centro dell'inchiesta. La dimora, dove erano conservati quadri e gioielli di "lady Fiat", è di proprietà della società lussemburghese Juky S.a., di cui i tre fratelli Elkann sono soci e beneficiari effettivi alla data del 30 settembre 2019. La Juky prende il nome dall'adorato cane giapponese di razza akita di Donna Marella.

Secondo l'accusa, i fratelli Elkann avrebbero utilizzato trust fittizi e pagamenti in nero per evitare il pagamento delle tasse di successione. La difesa, tuttavia, sostiene che il sequestro sia ingiustificato. La Consob, l'autorità di vigilanza sui mercati finanziari, potrebbe chiedere spiegazioni a John Elkann e Gianluca Ferrero, presidente della Juventus, in quanto sia Stellantis sia Juventus sono società quotate e, in presenza di indagini, le autorità di Borsa chiedono normalmente di essere messe al corrente.

Il tesoro segreto di Gianni Agnelli, nascosto in un sottofondo finanziario basato in Lussemburgo e gestito da una fiduciaria del Liechtenstein, è un altro elemento chiave dell'inchiesta. Questo patrimonio, schermato da due trust delle Bahamas, sarebbe stato gestito sempre e soltanto dagli eredi dell'Avvocato. La scatola lussemburghese è stata l'ultimo approdo delle centinaia di milioni di euro sottratte al fisco italiano.

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