Cercapersone Ar924 esplosi, reportage in Ungheria alla Bac Consulting Kft e a Taiwan alla Gold Apollo: “Società fittizia di Israele” - VIDEO
Il rimpallo di responsabilità su chi abbia prodotto effettivamente i cercapersone modello Ar-924 esplosi in Libano e in Siria sta continuando nelle ultime ore. La società ungherese Bac Consulting Kft e la taiwanese Gold Apollo sono ora nel mirino delle indagini. L'attacco hacker ai dispositivi ar-924 ha causato 18 morti e più di 4000 feriti di cui 200 in condizioni gravissime. Il ceo di Gold Apollo, Hsu Ching-kuang, ha dichiarato: “Abbiamo concesso in licenza il marchio della nostra azienda. (Il Giornale d'Italia)
Su altri giornali
Cosa è successo Esplodono centinaia di walkie talkie in Libano (Virgilio Notizie)
Lo riferiscono all'ANSA testimoni oculari nella capitale libanese. (il Resto del Carlino)
La Bac Consulting, l'azienda ungherese produttrice dei cercapersone esplosi in Libano, era una società fittizia israeliana. I cercapersone esplosi in Libano li ha prodotti Israele. (Adnkronos)
«Israele non ha bisogno di spie» sosteneva a febbraio in un video-discorso Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah. Per questo il partito armato filo iraniano aveva messo al bando i cellulari, controllati dall'intelligence israeliana, passando ai vecchi cerca persone considerati più sicuri, che ricevono solo messaggi scritti. (il Giornale)
– Alti funzionari del Pentagono temono che le recenti esplosioni di massa di dispositivi di comunicazione in Libano siano il preludio ad un’offensiva di terra da parte di Israele. Lo riporta oggi il Wall Street Journal, spiegando che già prima di queste esplosioni, durante un incontro avvenuto lunedì, il capo del Pentagono Lloyd Austin aveva espresso “il timore che Israele potesse lanciare presto un’offensiva di terra, dopo mesi di attacchi reciproci, dall’aria e con razzi, con Hezbollah”. (Agenzia askanews)
L'azienda produttrice giapponese Icom è finita sotto i riflettori dopo il nuovo attacco informatico israeliano in Libano. L'IC-V82 è un walkie-talkie prodotto ed esportato, anche in Medio Oriente, dal 2004 a ottobre 2014. (La Stampa)