Angelo Vassallo, l’omicidio del sindaco pescatore: due carabinieri tra gli arrestati

Hanno studiato la scena del delitto per giorni, pedinando l’obiettivo. E fatto sopralluoghi, un paio in due settimane, fino a entrare in azione quando tutti i complici avevano un possibile alibi da offrire agli inquirenti. Poi è scattato il piano B: dopo il delitto, il depistaggio, per inchiodare un «facile sospettato», «il brasiliano», il «pusher muscoloso e litigioso», da condannare in un processo a senso unico. (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altri giornali

Uno di loro, Fabio Cagnazzo, avrebbe non solo avuto un ruolo nella tragedia, ma si sarebbe reso autore di depistaggi per deviare altrove le indagini della Procura di Salerno. Un’amarezza percepita dopo l’arresto di quattro indagati per l’omicidio del padre, due dei quali in forze presso l’arma dei carabinieri all’epoca dei fatti. (Virgilio Notizie)

Ha incontrato Lazzaro Cioffi e Giuseppe Cipriano all’esterno della sua villetta di Lettere. «Ci simm fatt pur 'o pescator». (ilmattino.it)

Con l'ufficiale, anche un carabiniere già condannato per i suoi rapporti con i trafficanti di droga del Parco Verde di Caivano. Angelo Vassallo fu ucciso 12 anni fa nei pressi della sua abitazione a Pollica di Acciaroli (AGI - Agenzia Italia)

Svolta nell'omicidio di Angelo Vassallo: 4 arresti, tra cui carabinieri e imprenditore

Era un pescatore davvero, Angelo Vassallo. Che, disgustato dal degrado della sua Pollica, nel Cilento, decise improvvisamente di candidarsi come sindaco. Sulla carta le possibilità che venisse eletto erano praticamente nulle, visto che il paese era in mano a una combriccola di affaristi; alla fine, però, ce la fece e indossò la fascia tricolore per 12 anni: finché non fu ucciso in un agguato, il 5 settembre 2010. (Avvenire)

Claudio è Claudio Vassallo, fratello di Angelo, e nel locale lavorava anche la moglie del sindaco: un posto perfetto, secondo il gip, per crearsi un alibi. (Corriere della Sera)

L'operazione ha portato agli arresti dell’imprenditore Giuseppe Cipriano, del colonnello Fabio Cagnazzo, del carabiniere Lazzaro Cioffi, e del collaboratore di giustizia Romolo Ridosso, appartenente al clan di Scafati Loreto-Ridosso. (Il Dubbio)