Lagarde: «Fusioni bancarie auspicabili. Disinflazione accelera, ne terremo conto»
Economia stagnante e domanda interna debole. E’ la diagnosi sullo stato di salute della congiuntura europea secondo la presidente della Bce Christine Lagarde. Il processo di disinflazione, ha aggiunto durante la periodica audizione all’Europarlamento, sta accelerando, e la ripresa dell’inflazione prevista nel quarto trimestre è un fenomeno temporaneo. Lagarde ha fatto un accenno anche al tema delle fusioni bancarie, tornato prepotentemente di attualità dopo l’ascesa di UniCredit nell’azionariato di Commerzbank (Il Sole 24 ORE)
Ne parlano anche altre testate
Roma, 30 set. – Dopo che i dati dalle maggiori economie dell’eurozona, specialmente quelli di Italia, Francia e Germania hanno evidenziato ulteriori moderazioni dell’inflazione, si profila uno sviluppo in questa direzione dai dati che domani pubblicherà Eurostat, a consuntivo di tutta l’area valutaria per settembre. (Agenzia askanews)
Lo ha affermato la presidente della Bce, aggiungendo alcune considerazioni, rispetto al testo che stava leggendo, nelle sue dichiarazioni introduttive all'audizione trimestrale al Parlamento Europea sottolineando che "gli ultimi sviluppi rafforzano la nostra fiducia sul fatto che l'inflazione tornerà a livello obiettivo in maniera tempestiva. (LA STAMPA Finanza)
E le dichiarazioni giunte oggi dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, alimentano le ipotesi di un nuovo possibile taglio dei tassi di interesse già alla riunione del Consiglio direttivo del 17 ottobre. (Tiscali Notizie)
Oggi però è la stessa presidente Christine Lagarde ad appoggiare l’ipotesi di una fusione. Il suo orientamento nella partita Unicredit- Commerzbank, la banca centrale europea lo aveva già lasciato intendere nei giorni scorsi. (Il Fatto Quotidiano)
Far progredire l’unione dei mercati dei capitali è una parte importante di questo programma, ma non l’unica. "Il mondo sta cambiando rapidamente e l’Europa sta rischiando di rimanendo indietro. (il Giornale)
L'aumento dei prezzi nei settori fondamentali, come i servizi (+4%) e i beni di prima necessità quali cibo, alcolici e tabacchi (+2,4%), continua a pesare sulle famiglie italiane e sui lavoratori, già colpiti da una riduzione del potere d'acquisto. (Il Giornale d'Italia)