Cruciani: «Andavo alle feste di Luxuria e ho avuto un'attrazione gay. Parenzo? Alla Zanzara c'è stato un periodo molto duro»
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Nello spettacolo con cui sta riempiendo i teatri, Giuseppe Cruciani difende il diritto a odiare, il diritto ad alzare muri contro i migranti, il diritto all’egoismo, urla «non possiamo farci carico di tutti i mali del mondo». Quindi, spacca la scenografia, mostra «la piramide degli stron..i», dice «in cima, c’è il maschio bianco occidentale eterosessuale, io» e spacca pure quella. Nessuno più di lui incarna la ribellione al politicamente corretto (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altri giornali
(Adnkronos) – Tinder, la popolare app di incontri, ha annunciato una collaborazione con Diversity Lab, un’organizzazione che dal 2013 si dedica alla promozione della cultura dell’inclusione e alla valorizzazione della diversità come risorsa preziosa per individui e aziende. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
Quando si tratta di spiazzare e stupire, Giuseppe Cruciani ci riesce sempre e così, in poche ore, le sue rivelazioni sullo scambio di sguardi avvenuto durante le iconiche serate gay organizzate da Vladimir Luxuria, sono diventate virali. (Il Fatto Quotidiano)
Giuseppe Cruciani, giornalista e conduttore televisivo e radiofonico e da anni alla guida della trasmissione La Zanzara, su Radio 24, difende il diritto di odiare: contro il politically correct, il 57enne vorrebbe che tutti fossero liberi di esprimersi, anche se questo significa alzare muri contro i migranti e ignorare il linguaggio inclusivo. (leggo.it)
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A La Zanzara commenta i fatti del giorno con politici, opinionisti e radioascoltatori. (RagusaNews)
Giuseppe Cruciani è sicuramente uno dei personaggi più divisivi del mondo dello spettacolo. Lo fa entrando spesso in conflitto con i suoi intervistati, ma talvolta esprimendo totale solidarietà e per questo si crea lo scontro con David Parenzo, suo secondo al microfono. (Today.it)
Sul politically correct: "L'insulto peggiore che ho ricevuto è stato servo della Meloni, lecchino, megafono delle destre, schifoso filoisraeliano. Ma gli insulti mi galvanizzano, perché ne riconosco l’origine". (L'HuffPost)