Ivan Simonini: Giorgia Meloni, ovvero “Giglio in amore”, e Mussolini, suo modello più o meno inconscio

L’anagramma del nome e del cognome di Giorgia Meloni (“Giglio in amore”) ha finalmente convinto Renzi che, in prospettiva magari assai lunga, la sola possibilità di una sua rinascita politica stia in un’alleanza non rottamatoria con la “capa” del centrodestra, che lui descrive nell’ultimo libro come regina delle influencer. Vedremo se quel giglio, evocato dall’amore, diventerà fiorentino. In fondo, oggi, sono gli unici due in Italia che sembrano capirci qualcosa di politica e se son gigli fioriranno. (ravennanotizie.it)

La notizia riportata su altri giornali

Partiamo dal governo. C’è stata un po’ di ingenerosità nei confronti di Meloni nel dire che a Bruxelles ha privilegiato il ruolo di presidente dei Conservatori europei rispetto a quello di presidente del Consiglio italiano. (L'HuffPost)

Il 18 luglio il parlamento vota a scrutinio segreto e senza i voti di Meloni von der Leyen non passa. Fate il paragone con i conti dei franchi tiratori della volta precedente e vedrete che è così. A finire in un vicolo cieco non è Meloni come scrivono oggi i giornali, ma l’Europa. (Nicola Porro)

Tornano le “richieste” a Giorgia Meloni per essere “più antifascista”. Solo che in questo caso provengono “da destra”. (Il Primato Nazionale)

L’ambiguità rischiosa di Meloni in Europa: un po’ con il Palazzo, un po’ con le destre

Il primo tempo si è chiuso con l’Italia isolata nel Consiglio Ue, che riunisce i capi di Stato e di governo: Giorgia Meloni ha votato contro due dei nomi proposti per gli incarichi di vertice europei e s’è astenuta sulla nomina di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione. (Il Fatto Quotidiano)

La nuova Ue lo ha fatto capire: sì a Roma ma no secco a Via della Scrofa, perciò la premier ha usato una tattica "collaudata" dall'ex europarlamentare ed efficace ancora oggi (AlessioPorcu.it)

Giovanni Orsina La scommessa è che l’establishment sia costretto a dialogare per varare la Commissione. Il voto di FdI potrebbe essere decisivo: un elemento di forza per avere un portafoglio di peso (La Stampa)