Il governo dà via libera all’acquisizione di Popolare di Sondrio da parte di Bper, senza esercitare il golden power
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Mentre il risiko bancario italiano prosegue senza sosta, il Consiglio dei ministri ha deciso di non intervenire sull’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da Bper su Banca Popolare di Sondrio, rinunciando all’esercizio del golden power. La presidenza del Consiglio, accogliendo la proposta del ministero dell’Economia e delle finanze, ha comunicato venerdì 18 aprile la delibera, confermando che non sussistono motivi di interesse strategico nazionale tali da giustificare l’applicazione dei poteri speciali previsti dal decreto-legge del 2012.
La scelta, annunciata da Bper in una nota diffusa sabato mattina, arriva a poche ore dall’approvazione da parte dell’assemblea degli azionisti dell’aumento di capitale necessario a sostenere l’operazione, votato con un plebiscito – il 99% dei voti favorevoli – dalla banca modenese. Un segnale che rafforza la volontà di procedere con l’acquisizione, nonostante le incertezze che avevano caratterizzato le settimane precedenti.
Se per Bper e Popolare di Sondrio il semaforo è verde senza condizioni, diverso è stato l’approccio del governo nei confronti di Unicredit, cui è stato concesso il via libera all’offerta su Banco Bpm solo a patto di rispettare una serie di vincoli, tra cui l’abbandono del mercato russo e il mantenimento della rete di sportelli. Una differenza di trattamento che sottolinea come, pur in assenza di opposizioni ufficiali, le valutazioni sulle operazioni bancarie continuino a dipendere da equilibri più ampi, legati non solo alla stabilità finanziaria ma anche agli assetti geopolitici.