Italia e Musk, trattative per la sicurezza satellitare
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Roma — In un appunto riservato di alcuni mesi fa, la Farnesina avvertiva Palazzo Chigi dei rischi di aprire le porte ai servizi satellitari di Elon Musk. La proposta, scriveva il ministero degli Esteri al termine di un incontro nella sede del governo sul progetto Starlink per l’Italia, dovrà essere valutata in maniera più dettagliata in relazione all’opportunità di inquadrare l’eventuale collaborazione nel contesto della sicurezza nazionale. Nonostante le cautele espresse, il dibattito politico si è acceso, con Matteo Salvini che ha rilanciato l’idea di un accordo con Musk per garantire connessione e modernità in tutta Italia, definendolo un’opportunità piuttosto che un pericolo.
La trattativa tra il governo italiano e SpaceX, per l’utilizzo della tecnologia Starlink, è senza dubbio un’opportunità, specie in questo periodo di guerre e di mancanza di certezze per la sicurezza nazionale. Ezio Bussoletti, professore di fisica e tecnologia spaziale, nonché ex vice presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha sottolineato l’importanza di tale collaborazione, evidenziando come essa possa rappresentare un passo avanti significativo per il paese. Tuttavia, le preoccupazioni non mancano, soprattutto in relazione alla sovranità tecnologica e alla dipendenza da un singolo fornitore straniero.
Il patto Italia-Musk, nato con Draghi a causa dello sgarbo francese, ha radici profonde. Durante un incontro a Parigi nell’estate del 2022, l’Italia si trovò in una posizione di svantaggio rispetto a Francia e Germania, che detenevano il controllo delle decisioni nonostante i contributi finanziari italiani. Questo episodio ha spinto il governo italiano a cercare alternative per rafforzare la propria posizione nel panorama internazionale, portando alla considerazione della proposta di Musk.
La questione rimane aperta, con la necessità di bilanciare le opportunità offerte dalla tecnologia Starlink con le implicazioni per la sicurezza nazionale e la sovranità tecnologica.
