Fine vita, Cappato: «Tempi burocrazia sono tortura e violenza su persone»

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“Non deve mai più accadere che una persona che ha diritto a essere aiutata a terminare la propria a vita senza soffrire, debba invece essere costretta ad andare come in esilio in un altro paese per riuscire a ottenere davvero questo diritto solo per i ritardi della burocrazia del proprio paese”. Così Marco Cappato il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, a margine della conferenza stampa a Milano nella quale è stato raccontato il caso di Ines, la 51enne lombarda affetta da sclerosi multipla che, con l’aiuto dei volontari di Soccorso Civile, questa mattina ha scelto di porre fine alla sua vita in Svizzera (ilmessaggero.it)

Su altri giornali

Fine vita, Cappato: tempi burocrazia sono tortura e violenza su persone 30 luglio 2024 (Il Sole 24 ORE)

‘Ines’ è morta questa mattina in Svizzera, dove ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito. (Il Fatto Quotidiano)

Dal 2007 conviveva con… Era stremata dalla malattia e dai ritardi della sanità lombarda, che da 80 giorni non le dava il via libera al suicidio assistito. (La Repubblica)

La richiesta all'Azienda sanitaria non aveva ancora avuto risposta, ha raccontato il responsabile dell'associazione, Marco Cappato. Ma questa volta nessuna autodenuncia perché ci sono due sentenze della Corte Costituzionale che stabiliscono un diritto. (TGR Lombardia)

Non passerà mai. Sono le parole che Ines (nome di fantasia) ha consegnato a Matteo D’Angelo e Claudio Stellari, gli attivisti dell’associazione Soccorso civile che l’hanno accompagnata a "coronare un sogno al quale pensava da anni". (IL GIORNO)

Su questo tema, nella seduta di questa mattina (martedì 30 luglio) sono stati auditi i promotori, ovvero i rappresentanti dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica che il 14 marzo scorso hanno depositato presso la presidenza del Consiglio regionale la proposta di legge regionale supportata da oltre 10mila firme autenticate. (gonews)