Vajont, Meloni: cicatrice memoria, monito perchè non avvenga più
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Roma, 9 ott. "Il 9 ottobre 1963 è una data che difficilmente possiamo dimenticare. Il disastro del Vajont è una tragedia che poteva e doveva essere impedita, provocata dall'incuria dell'uomo, che ha lasciato una ferita profonda nella nostra Nazione. Rischi e pericoli che erano stati individuati e preallertati che, però, rimasero inascoltati. Quasi duemila persone persero la vita quella sera e interi paesi furono completamente spazzati via". (Tiscali Notizie)
Ne parlano anche altre fonti
Lasciata Feltre, ci affianchiamo al Piave e lo seguiamo fedelmente. All’altezza di Ponte nelle Alpi, il fiume svolta secco tra le montagne da cui nasce e si nutre. Dopo una quindicina di minuti si intravede Longarone, con i suoi palazzoni anni Settanta. (il Dolomiti)
Erano le ore 22.39 del 9 ottobre del 1963 quando l'Italia ha assistito a una tragedia immane. Si tratta di una delle pagine più tristi della storia italiana del ventesimo secolo. (La Gazzetta dello Sport)
Nata a Trichiana nel 1926, Tina era figlia di Cesare Merlin e Rosa Dal Magro. Cresciuta in una famiglia segnata da lutti e resistenza, la sua vita è stata costellata di attivismo e passione per la verità. (Positanonews)
D’altronde amavo la montagna, ero uno sportivo, gareggiavo ai Ludi del Bo: così dopo 4 mesi a Firenze alla Scuola allievi ufficiali medici sono stato trasferito alla caserma Fantuzzi, come comandante della Sanità. (ilgazzettino.it)
C’è un prima – come si è arrivati a quell’evento, i segnali, chi ha saputo “prevedere” – e un dopo, ossia cosa ha comportato per la popolazione di quel territorio devastato: un’indelebile ferita nell’anima e nella vita di piccole comunità e un futuro difficilissimo da affrontare. (Rai Storia)
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