Cartello contro Segre, il presidente della Comunità palestinese: “Non l’ho visto, l’avrei fermato. Noi sempre contro antisemitismo”

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“Io c’ero e non ho visto il cartello. Se l’avessi visto, come promotore lo avrei fermato, perché noi come Comunità palestinese e come Associazione palestinese promotrice siamo sempre stati contro qualsiasi atto, cartello o slogan di antisemitismo. Perché l’antisemitismo non lo attacchiamo, siamo semiti anche noi. Mi è dispiaciuto moltissimo quando l’ho visto”. Così Khader Tamimi, presidente della Comunità palestinese della Lombardia, a margine del presidio Basta Guerra organizzato da Cgil Milano in piazza San Babila (Il Fatto Quotidiano)

Su altri giornali

Tutti «agenti sionisti», come recitano i cartelli alzati che spuntano tra le bandiere rosse dei “Carc”. C’è il volto di Liliana Segre. (La Repubblica)

Prime denunce in procura a Milano dopo i cartelli comparsi sabato scorso nel corteo pro Palestina che è sfilato in centro a Milano e che mostrava l'immagine della senatrice a vita Liliana Segre, del ministro Guido Crosetto e di altri noti esponenti definiti "agenti sionisti". (Adnkronos)

Si è trattato, a quanto si apprende, di una telefonata cordiale, in cui il sindaco ha ribadito l'assoluta centralità della senatrice a vita per la comunità milanese ed ha espresso il suo affetto personale. (La Repubblica)

La procura di Milano apre un fascicolo dopo la manifestazione dei ProPal e i cartelli sugli “agenti sionisti”: denunciato Chef Rubio

Spot . . . . . . (MilanoToday.it)

– Prima il cartello con l’accusa d’essere un’agente sionista, poi in risposta il murale spuntato a Milano in cui Liliana Segre è ritratta con la divisa dei prigionieri di Auschwitz e, sopra, un giubbotto antiproiettile con la stella gialla degli ebrei bene in vista. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

La Procura guidata da Marcello Viola è pronta ad aprire un fascicolo con l'ipotesi di reato di "propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa". (La Repubblica)