Utero in affitto, la controversa legge italiana e le reazioni dei neonatologi

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SALUTE

La recente approvazione della legge che rende la gestazione per altri (GPA), comunemente nota come maternità surrogata, un reato universale in Italia ha suscitato un acceso dibattito. La legge, promossa dalla deputata di Fratelli d'Italia Carolina Varchi, estende il divieto già esistente sul territorio nazionale anche a coloro che si rivolgono a Paesi esteri dove la pratica è legale. Questo provvedimento ha sollevato numerose critiche, non solo da parte delle associazioni LGBTQ+ e dei salotti radical chic, ma anche da parte di figure autorevoli nel campo medico.

I neonatologi italiani, rappresentati dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN), hanno espresso il loro dissenso, sottolineando che la priorità assoluta deve essere la salute dei neonati e delle loro famiglie. In una dichiarazione congiunta, la SIN ha affermato di non voler entrare nel merito della questione giuridica e morale, ma di voler ribadire l'importanza di non trasformare i medici in delatori. La Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), la Federazione Sigo (che include Aogoi, Agui e Agite), la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) e il Professore Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto Mario Negri e membro del Comitato nazionale di Bioetica, hanno espresso posizioni simili.

La legge ha anche provocato proteste in diverse città italiane, tra cui Trento, dove manifestanti si sono riuniti per esprimere il loro dissenso. La ministra della Parità spagnola, Ana Redondo, ha commentato la situazione, auspicando una regolamentazione a livello europeo o internazionale e invitando a riflettere sull'interesse superiore del minore.

In questo contesto, la questione della GPA continua a dividere l'opinione pubblica, sollevando interrogativi etici e legali complessi.