La “Manchester del Lago Maggiore” è un vecchio ricordo: a Verbania resiste solo Plastipak

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La Stampa ECONOMIA

La notizia della decisione di Barry Callebaut di chiudere la fabbrica di cioccolato di Intra porta alla conclusiva desertificazione dell’industria manifatturiera nella località che sul finire dell’Ottocento veniva definita la «piccola Manchester d’Italia» per gli opifici che ospitava. Chiusa la ex Nestlè, con 118 dipendenti più l’indotto, il solo stabilimento rimasto a testimonianza di un’epoca… (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altre testate

Intanto si registra la presa di posizione di diversi imprenditori che si dicono pronti a rilevare alcuni macchinari e reimpiegare parte dei dipendenti, tra questi Andrea Saini dell’aronese Laica che si dice interessato a valutare il reintegro di alcune figure professionali compatibili con il processo aziendale oltre che di eventuali attrezzature. (VCO AZZURRA TV)

Ci sono due strade per garantire un futuro ai 150 lavoratori della fabbrica Barry Callebaut di Verbania Intra, che la multinazionale belga con sede in Svizzera ha annunciato di voler chiudere. (La Repubblica)

La multinazionale del settore dolciario giovedì mattina ha convocato le rappresentanze sindacali per annunciare la chiusura dell’impianto piemontese. “In due minuti ci hanno detto dall’alto che il nostro stabilimento dovrà chiudere. (Il Fatto Quotidiano)

Domani, fanno sapere i sindacati, riprenderà l'attività lavorativa interrotta dopo l'annuncio, arrivato nella mattinata di giovedì 5 settembre, della volontà della multinazionale svizzera di chiudere lo stabilimento piemontese entro il primo trimestre del 2025. (Alto Adige)

E’ andato in scena questa mattina – lunedì – il primo confronto tra le parti sociali per l’annunciata chiusura della fabbrica di cioccolato di Verbania Barry Callebaut. L’incontro si è svolto nella sede di Verbania dell’Unione industriale. (La Stampa)

«Viene da pensare che per Barry Callebaut la chiusura di Intra fosse già prevista da tempo e sia stata attuata creando progressivamente le condizioni tali per tentare di giustificare la decisione comunicata giovedì 5 settembre. (La Stampa)