Quanto resta Motta alla Juventus?
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Thiago Motta, confermato da Cristiano Giuntoli, tornerà domani a lavorare alla Continassa, ma la domanda che aleggia è una sola: per quanto tempo ancora? La risposta definitiva potrebbe arrivare solo da John Elkann, l’unico in grado di confermare o ribaltare la decisione presa dalla dirigenza bianconera in un momento di forte tensione. Eppure, su quel fronte, al momento regna un silenzio assordante: segno di assenso o semplice riflessione?
La domanda che molti si pongono è perché la Juventus non abbia optato per l’esonero immediato del tecnico dopo le ultime, pesanti sconfitte. Le ragioni sono sostanzialmente due. Da un lato, c’è la volontà di non agire in modo impulsivo, evitando di cedere alle pressioni esterne; dall’altro, la consapevolezza che un cambio di guida in questa fase potrebbe destabilizzare ulteriormente una squadra già in difficoltà.
I tifosi, però, non sembrano avere dubbi: il coro unanime è #MottaOut, con l’hashtag che ha invaso i social network dopo la sconfitta contro la Fiorentina, la seconda consecutiva dopo quella subita allo Stadium contro l’Atalanta. La rabbia dei sostenitori non si è limitata al tecnico, ma si è estesa anche alla dirigenza, con Giuntoli finito nel mirino delle critiche. Oltre agli investimenti rivelatisi fallimentari, il direttore sportivo viene accusato di aver mantenuto una eccessiva fiducia in Motta, nonostante i risultati deludenti.
Proprio ieri, Thiago Motta si è confrontato con la dirigenza juventina in un summit che, però, non ha portato a un esonero. Giuntoli, anzi, ha ribadito la fiducia nel tecnico, allontanando ogni ipotesi di un cambio immediato. L’incontro, avvenuto a pranzo, sembra aver confermato la volontà di proseguire insieme, almeno fino alla prossima sfida contro il Genoa, partita che potrebbe rivelarsi decisiva per le sorti dell’allenatore.
Fin dal suo arrivo, Motta ha mantenuto un dialogo costante con la dirigenza, rappresentata da Giuntoli e Maurizio Scanavino, figure chiave nelle rispettive aree di competenza. Questo confronto continuo, però, non basta a placare le polemiche, soprattutto in un momento in cui ogni decisione viene scrutata con attenzione.