Cecilia Sala in Iran, parla Roland Marchal, arrestato nel 2019: «Noi monete di scambio, serve un comitato di sostegno per migliorare le sue condizioni»
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«Vorrei rassicurare i famigliari della vostra giornalista: la prigione è dura ma un ostaggio vale solo se è in buone condizioni, quindi non verrà torturata o maltrattata. Accanto a questo, un comitato di sostegno è fondamentale: per ottenere condizioni di detenzione migliori e per farle sapere che il mondo esterno non la dimentica», dice il sociologo Roland Marchal. Nel giugno 2019, quando aveva 63 anni, Marchal è atterrato a Teheran per fare visita alla collega di Sciences Po, Fariba Adelkhah, e concedersi qualche giorno di turismo in un Paese lontano dai suoi interessi accademici (è esperto di Africa sub-sahariana, non di Iran). (Corriere della Sera)
Se ne è parlato anche su altre testate
A Palazzo San Macuto, Mantovano è seduto al tavolo accanto al presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Lorenzo Guerini. (LAPRESSE)
Tutti hanno ovviamente visto messo questa visita diplomatica in relazione alla situazione di Cecilia Sala. E sulla giornalista detenuta in Iran emerge plasticamente chi cerca di fare qualcosa di concreto (il governo) e chi si spende in chiacchiere per il solo gusto di stare al centro di attenzione, cioè Matteo Renzi. (Nicola Porro)
L’ultima ci dice che l’arresto di Cecilia Sala avvenuto Teheran lo scorso 19 dicembre «non è in alcun modo una ritorsione» come ha puntualizzato la portavoce del governo della Repubblica islamica, Fatemeh Mohajerani nel corso di un incontro con i media locali. (Il Dubbio)
Il caso Cecilia Sala diventa oggetto d’inchiesta per l’Iran. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, nel suo aggiornamento settimanale, ripreso dall’agenzia di stampa Tasnim. (Il Sole 24 ORE)
Secondariamente mi auguro che la nostra diplomazia riporti a casa la nostra concittadina, ogni nostro concittadino ha sempre la tutela, qualsiasi cosa abbia fatto”, invece “sono un po’ rammaricato delle parole che Cecilia Sala diceva nei confronti dei nostri marò, quando si trovavano nella sua stessa condizione e lei auspicava che rimanessero in India e fossero giudicati dall’India”. (Il Fatto Quotidiano)
Il tempo stringe. Non solo perché le condizioni detentive in cui versa la reporter di Chora Media e del Foglio, in isolamento, sono preoccupanti ma perché il contesto internazionale lo richiede. (ilmessaggero.it)