Le recenti elezioni regionali in Emilia-Romagna e Umbria. Il declino della partecipazione elettorale: segnale di una crisi sistemica

Le recenti elezioni regionali in Emilia-Romagna (46,42% di affluenza) e Umbria (52,30%) confermano una tendenza ormai consolidata: la progressiva disaffezione degli elettori verso le istituzioni democratiche borghesi. Nonostante ciò, il centro-sinistra celebra la vittoria di Michele De Pascale in Emilia-Romagna e di Stefania Proietti in Umbria come un grande successo, ignorando volutamente il dato più significativo: la sempre più ridotta legittimità popolare delle cariche elettive. (Farodiroma)

La notizia riportata su altri media

Ma quando ormai sistematicamente partecipa al voto meno della metà degli aventi diritto, una riflessione di fondo sul futuro delle democrazie rappresentative sarebbe opportuna. E ci mancherebbe altro. (Corriere della Sera)

Non ci sono cause contingenti ma una disaffezione generale. Dice il politologo Marco Valbruzzi, docente di Scienza politica all'università di Napoli: «Non era previsto un crollo così alto della partecipazione. (Italia Oggi)

È un senso di crescente impotenza di fronte ai grandi drammi, con le guerre che continuano e con l’assoluta inadeguatezza dei governi europei ad affrontare queste tragedie”. Quando si passa sotto il 50% in una situazione come quella italiana, vuol dire che si tocca qualcosa di più profondo del semplice atteggiamento di sfiducia politica. (Il Fatto Quotidiano)

“In 5 anni persi 800mila elettori la politica deve ripartire da lì”

2024 - "La sinistra esulta ma io credo che ci sia veramente poco da esultare. Il filosofo: ' Cresce senso di impotenza dei cittadini per scenario globale sempre peggiore" Perugia, 19 nov. (Virgilio)

E’ stato l’astensionismo il fattore principale anche di questa tornata come accade ormai da molto tempo ed è capitato anche in una regione “solida” dal punto di vista istituzionale come l’Emilia – Romagna nella quale il totale dei voti validi si colloca ben al di sotto del 50% e dove la vittoria del centro-sinistra è stata sicuramente dovuta al “campo largo” ma soprattutto alla capacità di richiamare l’insieme dei propri tradizionali elettrici ed elettori come dimostra il risultato del PD nella regione dove maggiore è sempre apparsa la continuità con le fonti storiche primarie di identità del Partito. (L'Eco - il giornale di Savona e Provincia)

«È andata male. Al di là dell’entusiasmo per la vittoria qualcosa è andato storto. Le forze politiche devono partire da lì, non si scappa: in cinque anni hanno perso 800mila elettori, molti dei quali sono giovani. (La Repubblica)