Albania, MD in trincea contro il governo | Libero Quotidiano.it

Nel mirino delle toghe rosse, questa volta, la possibilità di inviare nella struttura di Gjader in Albania, realizzata a seguito del protocollo fra Roma e Tirana, gli immigrati in attesa di un provvedimento di espulsione e che sono attualmente ospitati in uno dei dieci Centri per il rimpatrio (Cpr) presenti sul territorio nazionale. In una intervista quanto mai tempestiva, rilasciata ieri al quotidiano La Repubblica, la giudice Silvia Albano, presidente di Md e componente della Sezione immigrazione del Tribunale di Roma, ha infatti già messo le mani avanti, dichiarando la propria ferma contrarietà al decreto. (Liberoquotidiano.it)

La notizia riportata su altri media

In attesa che un pronunciamento della Corte di Giustizia europea sbrogli la matassa sui trattenimenti nel Paese extra-europeo dei migranti salvati in mare. Questione di giorni. (ilmessaggero.it)

Le misure introdotte mirano a sfruttare a pieno le potenzialità delle strutture realizzate in Albania in base al Protocollo Italia-Albania del 6 novembre 2023, rafforzando il sistema dei rimpatri e consentendo il trasferimento non solo degli stranieri ritrovati all’esterno del mare nazionale o a seguito di operazioni di search and rescue (SAR) ma anche di quelli attualmente trattenuti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) italiani e destinatari del provvedimento di espulsione. (Dottrina Lavoro)

Eppure… eppure fa i conti proprio con i suoi pregi, o in ogni caso con le sue potenzialità. Quante volte lo abbiamo sentito dire? "Quant'è bella la vostra città! Peccato che…". (Tarantini Time Quotidiano)

Migranti 18 mesi nei Cpr, ma l’Albania non lo sa

Le scelte del presidente sembrano ispirate all’Accordo di Mar-a-Lago: svalutare il dollaro pur mantenendo la sua centralità globale. (La Verità)

Un esposto alla Corte dei Conti per verificare le spese sostenute nell’allestimento e gestione dei centri per migranti realizzati in Albania. Lo ha presentato Luigi Calesso (Coalizione Civica) che questa volta alza il tiro delle sue osservazioni e critiche e da Ca’ Sugana passa direttamente al Governo. (ilgazzettino.it)

«La Corte, riferendosi alle discussioni in seno alle Commissioni parlamentari per la ratifica del Protocollo sulle migrazioni, osserva che i rappresentanti del governo (il ministro della Difesa e il ministro dell’Interno) hanno sottolineato che nessuno dei migranti, in caso di rigetto della domanda di asilo da parte delle autorità italiane, o anche di ammissione, potrà rimanere nel nostro Paese oltre il periodo di 28 giorni previsto a tal fine dalla legislazione italiana. (il manifesto)