Ex Ilva, raggiunto l'accordo sulla Cig: 4.050 unità come tetto massimo

Scende ancora il numero di lavoratori in cassa integrazione straordinaria in Acciaierie d’Italia. E' di 4.050 unità (3.500 per l'ex Ilva di Taranto), secondo fonti sindacali, la proposta messa sul tavolo dall’azienda nell’incontro-fiume cominciato ieri mattina al ministero del Lavoro ancora in corso nella tarda serata di ieri. Si tratterebbe del secondo passo avanti dopo quello fatto l’altro ieri dai commissari di Acciaierie a Palazzo Chigi, quando la cassa è stata ribassata di 600 unità, dagli iniziali 5.200 totali (di cui 4.400 a Taranto) a 4.700. (quotidianodipuglia.it)

La notizia riportata su altri giornali

Fa sapere di aver già incontrato alcuni, potenzia… E il bando per la cessione sarà pubblicato entro la fine di luglio. (La Stampa)

Prima il sì della Commissione Europea al prestito ponte del Mef da 320 milioni di euro - è arrivato giorni fa - e adesso, l’altra notte al ministero del Lavoro, l’accordo tra sindacati e azienda sulla cassa integrazione straordinaria, ridotta da 5.200 a 4.050 unità totali. (quotidianodipuglia.it)

All’1.15 circa del 26 luglio Acciaierie d’Italia (in amministrazione straordinaria) e i sindacati dei metalmeccanici hanno siglato al ministero del Lavoro l’intesa per la cassa integrazione straordinaria che accompagnerà la ristrutturazione del gruppo siderurgico. (Il Fatto Quotidiano)

Orienta SPA Agenzia per il Lavoro, filiale di Ancona, ricerca con URGENZA per importante azienda cliente sita a CINQUEMIGLIA (PG) un / una: ADDETTO / A ALLA PULIZIA flessibilità oraria; (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Stretta di mano tra la struttura commissariale di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria e le organizzazioni sindacali. Le parti sociali hanno firmato la cassa integrazione straordinaria per 4.050 lavoratori totali, non più i 5.200 inizialmente proposti, con validità retroattiva a decorrere dalla data di dichiarazione di insolvenza dello scorso marzo. (il manifesto)

E subito Parma, non a caso soprannominata “la piccola Parigi” per il suo fascino aristocratico, ci seduce con quelle memorie, suggestioni, atmosfere che sempre la stigmatizzano nell’immaginario collettivo: la prodigiosa bacchetta di Arturo Toscanini e i severissimi loggionisti del Teatro Regio che fischiano spietatamente un fiacco ‘do di petto’; la corte ottocentesca della ‘buona duchessa’ Maria Luigia d’Austria e gli aromi afrodisiaci di salumi e formaggi che tutto il mondo c'invidia, magistralmente mescolati, senza stonare, non si sa come, a quel dolcissimo profumo retrò, la Violetta, sinonimo di languide contesse, madrigali e romantici intrighi di mezzanotte. (Il Giornale d'Italia)