L’appello dei giuristi a Charles Michel: “L’Ungheria viola i valori Ue, non può avere la presidenza”

Più informazioni:
Ucraina

Il pasticcio Orbán si poteva evitare? Lo sostengono 150 giuristi delle più prestigiose università internazionali che da un mese si mobilitano per scongiurare la presidenza ungherese. L’argomento tecnico-formale intorno al quale muove l’appello pubblicato sull’European Law Journal resta valido anche dopo l’inizio della reggenza ungherese. Secondo gli studiosi, un Paese che è sotto sorveglianza per… (la Repubblica)

Su altri giornali

Il premier ungherese, che dal primo luglio regge la presidenza del Consiglio europeo, ha organizzato prima una visita ufficiale a Mosca, senza concordarla con gli altri partner europei, e poi a Pechino per incontrare Xi Jinping. (Open)

"Non sono solo io a essere preoccupata, ma lo è l’intera Unione Europea”. Risponde così Olena Kondratiuk, vicepresidente della Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, durante un’intervista a LaPresse, sul recente viaggio di Viktor Orban in Russia e in Cina. (Il Sole 24 ORE)

E al contrario annuncia nuove "missioni di pace" per fermare la guerra in Ucraina: "Siamo gli unici a poter negoziare con tutte le parti", ha detto il suo portavoce rivelando i contenuti delle lettera con cui il premier ungherese avrebbe risposto alle richieste di chiarimenti da parte dei suoi colleghi dell'Ue. (EuropaToday)

Dalla fondazione di «Fidesz» alla guida dell'Europa, la storia di Orbán il sabotatore: tra veti sistematici e amici autocrati

Domattina, nella riunione degli ambasciatori dei Ventisette a Bruxelles, l’esordio controverso della presidenza ungherese sarà al centro della discussione e un «chiaro avvertimento» verrà dato al rappresentante di Budapest. (Corriere della Sera)

Non è arrivato il cartellino rosso per il premier ungherese Viktor Orbán (nella foto) ma una severa ammonizione dopo gli incontri dei giorni passati che hanno suscitato le reazioni di vari stati membri, in particolare per la visita in Russia in cui ha incontrato Putin. (il Giornale)

Un giorno stava assistendo a una conferenza nell’Aula magna, quando uno studente della «Budapest bene» gli si avvicinò e, senza dire una parola, gli sistemò la cravatta. Il giovane arrivava da Székesfehérvàr, cittadina dell’Ungheria profonda, rurale, a metà strada tra la capitale e il Lago Balaton. (Corriere della Sera)