Alla fine Israele siamo noi occidentali

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il Giornale ESTERI

Alla fine, Israele siamo noi. La nostra cultura e i nostri valori, opposti a cultura e valori di un tempo passato. 80 anni fa non furono i figli di Abramo a insediarsi in quella striscia di terra ma i cugini dei cittadini europei, cresciuti nelle stesse scuole e nella stessa società; dove tutti sono uguali davanti alla legge; dove ognuno persegue il proprio benessere e la propria felicità «su questa Terra» nel rispetto delle norme e dell'etica, che poi dovrebbero salvare dalla dannazione eterna; dove le donne hanno gli stessi diritti degli uomini; dove nessuno è discriminato per le sue idee e per la fede religiosa, che anzi attiene alla sfera privata, essendo gli Stati laici. (il Giornale)

La notizia riportata su altre testate

Pochi giorni dopo lo scatenamento dell’operazione che ha portato all’esplosione di migliaia di cercapersone, walkie-talkie ed apparecchiature elettroniche di vario genere in possesso di altrettanti cittadini libanesi, Israele ha attaccato pesantemente il Libano prendendo di mira quartieri residenziali, infrastrutture e i vertici sia civili che militari di Hezbollah. (Analisi Difesa)

“Catturare ostaggi, commettere stupri, installare insediamenti o prendere intenzionalmente di mira i civili” non sono considerati operazioni militari e, in tal senso, non si può adoperare il criterio della proporzionalità per giudicarli. (RSI.ch Informazione)

Non c’è dubbio che si tratti di nemici irriducibili. Israele ha così deliberatamente fuso autodifesa ed espansione nei territori palestinesi, senza che Usa ed Europa abbiano opposto alcun argine. (L'HuffPost)

L'editoriale/Diritto tra le nazioni, le regole da ripensare

“Le parole di Papa Francesco contro la comunità internazionale? Il Papa non fa altro che descrivere il vuoto delle teste di coloro che dovrebbero avere delle idee alternative alla guerra del ‘tutti contro tutti’ che sta scatenando Netanyahu“. (Il Fatto Quotidiano)

Giudizio condivisibile ma pronunciato da un leader che ha ordinato l’invasione su larga scala di un altro Stato, l’Ucraina riconosciuta indipendente e sovrana nel 1991 dall’Onu e dalla stessa Russia, da Mosca ancora nel 1994 (con il Memorandum di Budapest) e nel 1998 (Trattato di amicizia russo-ucraino). (L'Eco di Bergamo)

Ormai passano in secondo piano le azioni preventive, le iniziative diplomatiche, gli stessi principi e norme generali di diritto internazionale, dando tutto per scontato ad eccezione della difesa. (ilmessaggero.it)