La Lega frena sul ritorno di Salvini al Viminale: «Nessuna forzatura». La telefonata a Piantedosi e le rassicurazioni a Meloni

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Fonti del Carroccio ridimensionano la suggestione emersa durante il Congresso: «Non creeremo problemi alla premier» Dopo la fuga in avanti del weekend della Lega, arriva la frenata del leader del Carroccio Matteo Salvini sull’idea del gran ritorno al Viminale: «Non intendo fare forzature». Le parole del vicesegretario di partito Andrea Crippa e del capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, e le voci dal palco del Congresso della Lega che lo volevano di nuovo al ministero dell’Interno, sembrano essere state accantonate in nome della stabilità e dell’unità del governo: «La Lega non pone e non porrà problemi a Giorgia Meloni», hanno fatto sapere fonti del partito all’Ansa. (Open)

Su altre fonti

E non perché Matteo Salvini venga, come invece è per Vance, da una zona considerata rurale, arretrata economicamente e culturalmente. L’elegia salviniana, come quella “americana” di JD Vance, suo “amico”, suo riferimento, è quella – per dirla con il numero due di Trump – di un hillbilly italiano, o padano che dir si voglia. (Il Messaggero)

Sono intervenuti Elon Musk, poi un video collegamento con Marine Le Pen, il messaggio della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Unica candidatura presentata alla guida del partito, il congresso è iniziato lo slogan 'Il coraggio della libertà’. (TP24.it)

Meloni vede il 2027: "Ora pancia a terra". Fdi e azzurri gelidi sul sogno di Matteo

Giorgia Meloni, in un videomessaggio al congresso della Lega a Firenze, torna a rivendicare l'unità della coalizione, dopo alcuni giorni segnati da polemiche interne. «Noi amo la stessa visione del mondo, siamo al governo per rispettare gli impegni presi con i cittadini, per essere al servizio degli italiani, per fare ciò che nessun altro ha avuto il coraggio e la forza di fare in tanti anni. (il Giornale)