Vicenda Open Arms, lo sbilanciamento dei poteri

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Corriere della Sera INTERNO

Passa tutto in fretta, come se mai niente fosse. Anche la frase con cui Matteo Salvini ha accolto la richiesta del Tribunale di Palermo di una condanna a 6 anni per sequestro di persone, in relazione alla vicenda Open Arms, è già scivolata via tra le onde artificiali sollevate dalla politica. Il principale capo d’accusa è noto: impedire per molti giorni l’accesso al porto di Lampedusa a una nave di soccorso con naufraghi a bordo, mettendo così a rischio le vite di migranti appena salvate. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altre testate

Ma presumibilmente entro la fine di ottobre", ha aggiunto. "Una eventuale condanna non sarebbe un problema per me ma per l'Italia e lo stato di diritto". (il Giornale)

Il vicepremier: "Ritengo che sia un processo politico. Una eventuale condanna non sarebbe un problema per me, sarebbe un enorme problema per l'Italia" (Adnkronos)

Bondeno. Il processo a Matteo Salvini è considerato “un atto di persecuzione politica, perché intende giudicare il segretario federale della Lega per avere difeso i confini nazionali”, nel caso noto di “Open Arms”. (Estense.com)

Salvini ha quindi sottolineato che si tratta di un “processo politico” e di sperare “in un giudice indipendente”. Lo ha detto il ministro per i Trasporti e vicepremier Matteo Salvini in una conferenza stampa alla Stampa estera. (Agenzia askanews)

Oltre un milione di euro è la richiesta di risarcimento danni di migranti, Ong e associazioni varie nello scandaloso processo Open arms al vicepremier Matteo Salvini. La dimostrazione che la trappola giudiziaria ordita dalla politica è anche una grande abbuffata per incassare non pochi denari. (il Giornale)

Signor Ministro, nel video che lei stesso ha diffuso, dopo la richiesta del Pm di 6 anni per “sequestro di persona” nel caso Open Arms, lei sembra ossessionato dai confini. Con la tragedia alla spalle, mette se stesso in primo piano, e presentandosi come “vittima” ruba quel “titolo” alle uniche vere vittime di quella storia. (Adista)