Stellantis crolla in Borsa, allarme vendite: meno 200mila auto. Torna l’ipotesi fusione con Renault
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– Anche in Italia arriva l’onda lunga della crisi dell’automotive. È stata sufficiente, ieri, la revisione al ribasso dei risultati previsti per quest’anno, con un calo di 200mila auto rispetto alle previsioni, a far crollare il titolo Stellantis in Borsa (a fine seduta ha lasciato sul terreno il 14,5% del suo valore) e a disegnare nuvoloni scuri sul futuro dell’industria delle quattro ruote. Lo scivolone dell’ex gruppo torinese, diventato oggi una multinazionale con una gamba in Italia e un’altra in Francia, era nell’aria da qualche tempo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Su altri media
Crisi profonda per Stellantis, il gruppo automobilistico si aggrega alle grandi altre del mercato, che stanno mangiando la polvere dai cinesi. (f1world.it)
Nel complesso, le vendite totali negli Stati Uniti nel terzo trimestre del 2024 sono diminuite del 20% anno su anno. Stellantis ha registrato un forte calo delle vendite negli Stati Uniti nel terzo trimestre del 2024. (ClubAlfa.it)
Prosegue il trend negativo di Stellantis al FTSEMib dopo la flessione registrata nelle precedenti sedute. Alle ore 11.48 il titolo lasciava sul terreno il 4,29% a 11,876 euro, dopo aver oscillato tra un minimo intraday di 11,804 euro e un massimo di 12,312 euro. (SoldiOnline.it)
Per Stellantis il momento è estremamente negativo, come del resto testimoniato dai ripetuti crolli del suo titolo. Basta infatti dare una rapida occhiata ai risultati inanellati nel corso dell’ultimo semestre, per capire meglio lo smottamento in atto. (ClubAlfa.it)
La revisione al ribasso improvvisa della stima del free cash flow del 2024 a -10 miliardi, rispetto alla sua capitalizzazione di mercato (45 miliardi), è stata brutale, secondo AlphaValue, che individua 12 azioni (una è italiana) candidate a una ristrutturazione del loro bilancio e 16 potenzialmente a rischio su cui riflettere (Milano Finanza)
Le difficoltà del momento preoccupano assai. In Italia, come in America, il crollo è parecchio evidente ed è difficile prevedere quando la fase critica passerà. (ilmessaggero.it)