Stellantis, l’allarme dei sindacati: "A rischio 25mila posti di lavoro"

Sempre più nere le nubi che si addensano sul futuro dell’industria automobilistica in Italia. Non solo l’obiettivo di produrre un milione di vetture all’anno, più volte annunciato dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, sembra troppo ambizioso: ora ciò che preoccupa è l’aspetto occupazionale. A lanciare l’allarme è Fim-Cisl, secondo cui nelle fabbriche di Stellantis e nell’indotto sarebbero a rischio 25mila posti di lavoro. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

La notizia riportata su altri media

Impegni presi e poi non assolti, strategie che si sono rivelate un flop, inversioni a U obbligate sui piani precedentemente annunciati, lo storico marchio Maserati in caduta libera e il rebus Gigafactory di Termoli con i problemi dei singoli impianti italiani. (il Giornale)

"Con il nuovo ecobonus ci eravamo posti 5 obiettivi prioritari: supportare la transizione energetica, rinnovare il parco auto circolante troppo obsoleto, supportare soprattutto le persone fisiche, sostenere le fasce le meno abbienti e incrementare i volumi produttivi degli stabilimenti italiani. (Today.it)

L'obiettivo finale è di produrre un milione di veicoli entro il 2030, contribuendo così alla transizione ecologica e industriale del Paese. (AutoScout24 Magazine)

«Serve una strategia condivisa»

«L'ecobonus è da ripensare e fiscalità dell'auto aziendale da rivedere». Lo afferma Federauto, che ha partecipato al tavolo automotive che si è svolto ieri al Mimit. (Il Messaggero - Motori)

Con una prospettiva del genere, il destino dei lavoratori di Stellantis e dell’intera filiera automobilistica italiana diventa sempre più critica. I sindacati non ci stanno e lanciano l’allarme: l’attuazione del piano potrebbe portare a licenziamenti di massa. (Economy Magazine)

«Non c’è più tempo. La crisi dell’automotive deve essere gestita prima che sia troppo tardi». «Mentre a Roma - dichiara Fionda - presso il Ministero e la Regione ci si incontra periodicamente, il nostro territorio continua la sua agonia lenta e il suo depauperamento industriale ed economico. (ciociariaoggi.it)