Far recedere le Poste dal “servizio universale”, l’ultima assurdità

Far recedere le Poste dal “servizio universale”, l’ultima assurdità
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Economy Magazine ECONOMIA

Pierluigi Bersani è una persona perbenissimo, e avercene. Sta di fatto, però, che nel corso della sua esperienza al Ministero dell’Industria – come opportunamente si chiamava ai tempi l’attuale Mimit, che sta per “Ministero delle imprese e del made in Italy”… – ha fatto alcune liberalizzazioni ottime, come la piena portabilità del mutuo; e altre inutili o dannose, come quella elettrica. Un economista di levatura internazionale – tra i pochi che abbiamo – come Giulio Sapelli l’aveva detto per tempo che liberalizzare a valle (cioè sulla cerniera della distribuzione al dettaglio) un bene (le fonti energetiche) oligopolistico a monte non avrebbe sortito significativi effetti di concorrenza. (Economy Magazine)

La notizia riportata su altre testate

Roma, 1° ottobre – “Nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Poste Italiane Spa ha comunicato che l’azienda nel 2026 potrebbe non concorrere alla procedura di gara per il rinnovo del Servizio Universale (SLC CGIL)

Presto potrebbe non essere più possibile pagare bollettini o spedire raccomandate presso Poste Italiane. Come riporta quifinanza: “A farlo sapere è stato l’amministratore delegato dell’azienda, Matteo Del Fante, che ha aperto alla possibilità di una futura rinuncia da parte di Poste al servizio universale (Potenza News )

Secondo La Cgil, infatti, “nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Poste ha comunicato che l`azienda nel 2026 potrebbe non concorrere alla procedura di gara per il rinnovo del Servizio Universale”. (Il Diario del Lavoro)

Pagare bollettini o inviare raccomandate: Poste Italiane vorrebbe sospendere il servizio a partire da questa data. I dettagli

Il mercato si è digitalizzato e i costi sono superiori ai ricavi per questo servizio che è già stato abolito in un altro Paese europeo (DDay.it)

Se un tempo il postino suonava sempre due volte, presto potrebbe non suonare affatto. (L'HuffPost)

Dopo una proroga di 16 mesi, nel 2026 scadrà la concessione del contratto di programma per il servizio universale che Poste Italiane ha con lo Stato, e allora l’azienda, spiega l’ad Matteo Del Fante, potrebbe «non essere interessata a svolgere quel servizio, è un rischio reale». (Corriere della Sera)