L'Inter e i biglietti per i clan. "Rapporti con la criminalità"

L'Inter e i biglietti per i clan. Rapporti con la criminalità
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il Giornale SPORT

L'Inter «alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni»: è il duro atto d'accusa dei pm di Milano Paolo Storari e Sara Ombra nella richiesta di custodia cautelare per una ventina di capi ultrà arrestati due giorni fa da Gdf e polizia. (il Giornale)

Se ne è parlato anche su altri giornali

È un delinquente, e alle sue colpe bisogna aggiungere questa: sporca un bellissimo romanzo popolare, capace di divertire e consolare tanta gente. Risse, pestaggi, estorsioni. Chi specula sulla passione di tanti ragazzi innamorati di una squadra non è un tifoso. (Corriere della Sera)

c’è margine di trattativa o non c’è margine di trattativa?». 800 biglietti per una finale, ovviamente da noi è ritenuta una cosa non ammissibile, cioè voglio capire da te... (La Repubblica)

Sull'umore della squadra (Fantacalcio ®)

La 'ndrangheta a San Siro, Antonio Bellocco: «Non c’è chi mangia sopra di me»

Come si pone l'Inter su questa indagine? "Vorrei tranquillizzare i nostri tifosi e noi stessi: come hanno detto i magistrati in conferenza stampa, noi siamo parte lesa. (Fcinternews.it)

Nelle carte dei pm di Milano Paolo Storari e Sara Ombra sull'indagine che riguarda Inter e Milan viene sottolineato anche che il club nerazzurro, "nella attualità, alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni", riporta Calcio e Finanza. (Fcinternews.it)

Antonio Bellocco , nel triunvirato che gestiva la curva nord dell’Inter, aveva un compito fondamentale: tenere lontano le altre cosche dagli affari gestiti dal gruppo formato dal calabrese, Marco Ferdico e Andrea Beretta . (Gazzetta del Sud - Edizione Calabria)