L’Europa fra crediti di guerra e banca delle armi
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Il Parlamento europeo ha dato il proprio benestare al piano “Rearm Europe”, proposto dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sostenendo che le risposte ai rischi e alle minacce alla sicurezza devono essere “simili a quelle in tempo di guerra” e, perché sia chiaro quello di cui stiamo parlando, bocciando la proposta (in realtà, una foglia di fico) di ri-denominare il piano “Defend Europe”. (il manifesto)
Ne parlano anche altri media
Non sono un esperto di relazioni internazionali, né di questioni militari. Né di geo-politica. (ilmattino.it)
Il generale francese Charles de Gaulle riteneva che le alleanze internazionali fossero contingenti per definizione e che la garanzia della difesa di un alleato forte e potente non valesse per sempre. Per questo motivo egli non rinunciò mai a sviluppare una forza militare e in particolare, una deterrenza nucleare autonoma per il suo Paese. (Nicola Porro)
Una opzione difensiva europea esiste già con la Nato ma non basta senza l'”ombrello USA” che ci ha protetto per 80 anni e ora in chiusura. (GLI STATI GENERALI)
Il piano dell'Unione Europea ReArm Europe, che si prefigge di rinforzare la difesa dei Paesi dell'Ue e non di stabilire un esercito europeo, rappresenta un primo passo verso la razionalizzazione dei programmi per gli armamenti del Vecchio Continente. (Inside Over)
Sì, perché davanti ad uno scenario geopolitico sempre più complesso, che rende l’Europa sempre più precaria, la vicenda di Davide e Golia potrebbe ricordare che non si affronta un gigante con le sue stesse armi. (LaC news24)
Mi sento intrappolato tra due spinte contrapposte. Il riarmo è la soluzione? Oppure stiamo solo scivolando dentro un meccanismo che ci farà spendere miliardi senza garantirci sicurezza? (Livesicilia.it)