La caduta dei tiranni e le lunghe ombre dei signori della guerra

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La Gazzetta del Mezzogiorno ESTERI

Bashar Hafiz al-Assad e famiglia atterrano a Mosca, accolti da Putin. Solidarietà fra despoti? O piuttosto un nuovo tassello del mosaico in via di disfacimento che garantiva stabilità nei Paesi più a rischio, ora caduti uno dopo l’altro sotto il potere ben più temibile del fondamentalismo, o peggio, nel caos e, sulla sponda adriatica di fronte, nella balcanizzazione seguita alla morte di Tito? È la versione attuale della teoria del dominio, dove la nuova sfera d’influenza ha più impatto di quella ideologica, perché teocratica? «Licet necare tyrannum», è lecito uccidere il tiranno, secondo la teologia di San Tommaso. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Se ne è parlato anche su altri media

La caduta del regime di Bashar al Assad in Siria è uno di quegli eventi che tutti sono bravi a spiegare – dopo – e nessuno a prevedere, prima che accadano. Come il crollo del muro di Berlino, la fine dell’Urss o la Brexit. (Vanity Fair Italia)

La famiglia Assad è stata spesso paragonata a un clan mafioso, di cui ha la forza dei legami e il potenziale romanzesco. (Lucy. Sulla cultura)

1- Ciò che è accaduto in Siria è il risultato di un piano orchestrato da attori regionali e internazionali i cui interessi erano allineati. Mentre il popolo siriano potrebbe trarre alcuni benefici da questo cambiamento, è probabile che dovrà sopportare poi il peso di eventuali conflitti o rivalità tra coloro che partecipano alla nuova struttura di potere. (Contropiano)

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Era rimasto il solo, il regime di Bashar al-Assad, ultimo testimone di quel modello di statualità nato sui valori cardine delle lotte per l’indipendenza dalla presenza coloniale: nazionalismo, smantellamento della vecchia élite di aristocratici filoccidentali, potere alla nuova borghesia di burocrati e militari, avversione allo stato d’Israele e difesa a oltranza della causa palestinese. (La Stampa)

Davvero c’è da disperarsi per la Siria? Intanto, bisognerà iniziare a rallegrarsi, visto che geostrategicamente a perdere il loro alleato più prezioso in Medio Oriente sono stati proprio i nemici giurati dell’Occidente, Russia e Iran, che avevano tenuto in piedi con la forza delle loro armi e dei mujahidin del popolo iraniani un regime corrotto e sanguinario, pur di avere un porto (Tartus) sul Mediterraneo per quanto riguarda Mosca; o di assicurarsi l’assoluta complicità del regime di Bashar al-Assad, da parte iraniana, per far arrivare tonnellate di armi e missili ai propri proxy libanesi e palestinesi. (L'Opinione)

Bonelli a Picchetto Fratin: Su commissione Via ha detto il falso 18 dicembre 2024 Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev (Il Sole 24 ORE)