Chirurgo indagato a Roma, Procopio ha uno studio anche a Latina: le clienti fanno la fila
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IL CASO Incredule. Alcune anche preoccupate per gli appuntamenti in agenda per le prossime settimane. Sono le pazienti pontine di Marco Antonio Procopio, il chirurgo estetico indagato a Roma per la morte di Margaret Spada, la ragazza siciliana morta a 22 anni dopo la somministrazione dell'anestesia per l’intervento di rimodellamento del naso. Per la sua morte la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta: Marco Antonio Procopio è indagato insieme al padre per omicidio colposo (ilmessaggero.it)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Medici notissimi a Roma Sud tra chi sogna botox, fille… Ora che quell’appartamento in via Cesare Pavese all’Eur, riconvertito in studio medico, tutto arredato di bianco e statue di marmo, è sotto sequestro, bisogna tornare sul web o cercare tra i clienti per capire chi erano e cosa facevano i Procopio. (la Repubblica)
Roma — Nessuna autorizzazione. Ieri i funzionari del Lazio non ne hanno trovato traccia. Nemmeno nelle banche dati dell’Asl Roma 2. Lì c’è solo un documento: è la nota con cui i Procopio hanno comunicato l’apertura di un centro estetico, attività per cui non è necessario ottenere alcuna approvazione da parte del sistema sanitario regionale. (Repubblica Roma)
La ragazza si è sentita male dopo l’anestesia locale, eseguita in uno studio medico di Roma. La domanda che in tanti si pongo, oggi più che mai, è: la rinoplastica è pericolosa? A parlarne è Skerdi Faria, specialista in anestesia e rianimazione. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
«Al posto di Margaret potevo esserci io». È scossa Martina Veneruso, 26 anni, dottoressa in Scienze Motorie della provincia di Forlì Cesena che poco meno di un anno fa ha deciso di stendersi sul lettino dello stesso ambulatorio da cui Margaret Spada non si è più svegliata. (Open)
ROMA. (La Stampa)
Nessun documento, nessuna scheda su pazienti e nessun atto sulle attività svolte: il centro medico della capitale, nella zona di viale Cesare Pavese, dove Margaret si era recata la mattina del 4 novembre per effettuare un intervento di rinoplastica parziale poi risultato fatale, si presentava come una sorta di “guscio vuoto” agli inquirenti che si sono recati per acquisire documenti. (Il Fatto Quotidiano)