Giacomo Leopardi, il mistero della sua morte
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Giacomo Leopardi, nato a Recanati il 29 giugno 1798, è una delle figure più emblematiche della letteratura italiana. La sua vita, dedicata allo "studio matto e disperatissimo", è stata segnata da una salute cagionevole e da un'incessante ricerca del sapere. Tuttavia, è la sua morte, avvenuta a Napoli il 14 giugno 1837, a suscitare ancora oggi numerosi interrogativi e a rimanere avvolta nel mistero.
Leopardi, trasferitosi a Napoli nel 1833, trovò nella città partenopea un ambiente stimolante ma anche insidioso. La sua salute, già compromessa, peggiorò ulteriormente a causa delle condizioni climatiche e igieniche della città. Nonostante ciò, continuò a scrivere e a pubblicare opere di grande rilevanza, come gli "Idilli" e le "Operette morali", grazie anche al supporto del suo editore Antonio Fortunato Stella.
La morte di Leopardi, avvenuta durante un'epidemia di colera che devastava Napoli, è stata oggetto di numerose speculazioni. Alcuni sostengono che il poeta sia stato vittima del colera stesso, mentre altri ritengono che la causa del decesso sia da attribuire a una crisi cardiaca o a una malattia polmonare. La mancanza di documentazione medica precisa e le diverse testimonianze dell'epoca hanno contribuito a rendere la vicenda ancora più enigmatica.
La recente mini-serie Rai "Leopardi: il poeta dell'infinito", diretta da Sergio Rubini, ha riacceso l'interesse per la figura del poeta recanatese e per il mistero della sua morte.