Porti Usa: sulle Presidenziali soffia lo spettro della rivolta

Cinque miliardi per ogni giorno di sciopero…altro che i “sei pence” della canzone che ripetevano ossessivamente a squarciagola i portuali di Londra, per esorcizzare, durante il grande sciopero del 1889, i crampi della fame e della miseria. Il blocco nel quale si sono compattati gli oltre 45.000 portuali della costa atlantica degli Stati Uniti, sotto il vessillo della International Longshoremen Association (Ila), come allora (in un quadro ovviamente ben differente) rischia ogni giorno di più di trasformarsi in una trappola mortale per la politica, in questo caso americana alla vigilia delle elezioni presidenziali. (Nicola Porro)

Su altre fonti

È stato fondato nel 1890 a Brema e la sua sede è stata spostata in Svizzera nel 1976: l'azienda ha seguito Klaus-Michael Kühne, l'imprenditore oggi 87enne che è azionista di maggioranza e che - in base al Bloomberg Billionaires Index di oggi - è l'uomo più ricco della Germania (e 32esimo al mondo), con un patrimonio valutato a 44 miliardi di dollari (37 miliardi di franchi). (Corriere del Ticino)

Lo sciopero dei portuali che blocca da ieri i 36 scali della costa atlantica e del Golfo del Messico — dal Maine fino al Texas, passando per Boston, New York, Filadelfia e New Orleans — rischia di costare molto caro a Kamala Harris, già alle prese col calo dei venti che fino a un mese fa gonfiavano le vele della sua candidatura. (Corriere della Sera)

A poco più di un mese dalle presidenziali Usa, lo storico sciopero proclamato dai lavoratori portuali della costa orientale statunitense – il primo dal 1977 – rischia di avere forti ripercussioni sia sulla stessa economia americana che oltreoceano. (Avvenire)

Sciopero porti Usa, Spediporto: "Danni anche per lo scalo genovese"

(Marco Bruna) Jimmy Carter compie oggi cento anni. Vuole vedere la candidata democratica battere Donald Trump il prossimo 5 novembre, giorno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. (Corriere della Sera)

Ricordate la crisi della catena di approvvigionamento durante la pandemia di Covid, che aveva svuotato i negozi e scatenato l’inflazione? Non siamo ancora allo stesso livello, ma lo sciopero iniziato ieri sera dai lavoratori portuali della costa orientale americana e del Golfo del Messico minaccia di generare una replica assai preoccupante. (la Repubblica)

Nuovo colpo al traffico mondiale di container, dopo dopo la guerra in Ucraina, la crisi di Suez e del Medio Oriente e quella di Panama: “Esportatori e spedizionieri guardano con estrema preoccupazione alla situazione che da oggi bloccherà i porti della Costa Est degli Stati Uniti e del Golfo del Messico. (Primocanale)