Centri migranti in Albania, costi e operatività

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INTERNO

Le strutture di Schengjin e Gjiader, destinate ad accogliere i migranti trasferiti dall'Italia, sono finalmente operative. Il primo gruppo di sedici migranti è partito ieri su una nave della Marina Militare, segnando l'inizio di un'operazione che il governo considera un fiore all'occhiello, nonostante le critiche dell'opposizione. Tra il 2024 e il 2028, si stima che Roma spenderà 300 milioni di euro per le Forze dell'Ordine coinvolte nel progetto, oltre ai costi ingenti per la costruzione e la sorveglianza dei centri.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita a Milano presso un centro per l'immigrazione, ha sottolineato l'importanza dell'accoglienza e dell'integrazione, ribadendo che l'impegno per la coesione sociale è un'attività permanente. Le sue parole, pronunciate mentre la prima nave italiana era diretta verso i centri di Schengjin e Gjiader, suonano come una critica implicita ma evidente alle politiche migratorie del governo.

L'accordo con l'Albania, che prevede la detenzione extra-territoriale dei migranti, è stato accolto con soddisfazione dal governo, ma l'attuazione del patto si preannuncia come una corsa a ostacoli. Il Viminale ha espresso preoccupazione per la lista dei Paesi sicuri, mentre un pezzo della magistratura italiana sembra pronto a montare le barricate. La tentazione di riscrivere gli accordi per aggirare l'impasse è forte a Roma, ma la strada appare irta di difficoltà.

Nel frattempo, il governo accelera l'iter della legge di bilancio, che oggi arriva all'esame del Consiglio dei ministri. Tra i punti cardine della manovra, che dovrebbe aggirarsi attorno ai 25 miliardi di euro, vi sono la conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro e la riduzione a tre aliquote Irpef