Italia-Germania 3-3: un pareggio che non inganna
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A Dortmund, dove nel 2006 l’Italia trovò la strada per la finale mondiale, ieri non è bastato un secondo tempo di orgoglio per cancellare un primo tempo da incubo. Finita 3-3, la sfida contro la Germania ha confermato quello che molti temevano: la qualificazione al Mondiale 2026 non sarà una passeggiata. E definirla "bel pareggio", come qualcuno ha provato a fare, sarebbe una bugia comoda ma pericolosa.
Quello che Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera ha definito un "primo tempo horror" – chiuso sul 3-0 per i tedeschi, con un gol che ha lasciato senza parole – è stato il ritratto di un’Italia fragile, incerta, lontana dall’essere una squadra solida. Nella ripresa, gli azzurri hanno reagito, dimostrando carattere e riuscendo a pareggiare i conti, ma il risultato finale non cambia la sostanza: la differenza di livello c’è, e si è vista. Julian Nagelsmann ha schierato una Germania in fase di ricostruzione, certo, ma con idee più chiare delle nostre.
Spalletti, che ha ammesso di aver "sbagliato formazione", ha rinunciato a qualche sperimentazione tattica, cercando pragmatismo. Eppure, non è bastato. Le critiche non si sono fatte attendere: c’è chi, come Calamai, ha sottolineato come le scelte del ct "non convincano", mentre Arrigo Sacchi ha parlato di un percorso ancora lungo, pur riconoscendo che la strada intrapresa sia quella giusta. Intanto, il Mondiale si avvicina, e a inizio giugno toccherà affrontare la Norvegia di Haaland, già in corsa per la qualificazione.