Petrolio in tensione: così il mercato riscopre l’allarme geopolitico

L’allarme geopolitico – a lungo relegato sullo sfondo – è tornato ad agitare i mercati petroliferi. Le quotazioni del barile hanno continuato a correre anche mercoledì 2, dopo il balzo della seduta precedente, con punte di rialzo superiori al 3% che hanno spinto il Brent sopra la soglia psicologica di 75 dollari nel corso delle contrattazioni. L’ulteriore escalation in Medio Oriente ha invece avuto un impatto più limitato su altri asset e persino sull’oro, che pur restando vicino ai massimi storici ha esaurito in fretta la fiammata di prezzo seguita al lancio di missili iraniani in Israele per ripiegare intorno a 2.650 dollari l’oncia. (Il Sole 24 ORE)

Se ne è parlato anche su altri media

Wall Street apre la seduta del 2 ottobre in rosso, sulla scia delle crescenti tensioni in Medio Oriente, che hanno intaccato il sentiment degli investitori. Alle 15:30 il Dow Jones cede lo 0,1%, l’S&P lo 0,3% e il Nasdaq lo 0,4%. (Milano Finanza)

Fermerci, l’Associazione degli Operatori nel Trasporto Ferroviario delle Merci, ha presentato al Governo un pacchetto di 10 proposte per salvare il comparto ferroviario delle merci, che conta oltre 15.000 lavoratori. (Economia Sicilia)

AMP-Azionario debole, petrolio in rialzo

Pirelli Gruppo attivo nella produzione di pneumatici (LA STAMPA Finanza)

I principali listini europei trattano in territorio negativo. Il Ftse Mib cede lo 0,55%, penalizzato dal calo di Pirelli (-3,56%) dopo la cessione della quota da parte di Brembo. (Milano Finanza)