La cinese Byd apre uno stabilimento in Thailandia e accelera l’espansione globale

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Forbes Italia ECONOMIA

Byd, il più grande produttore cinese di veicoli elettrici (sostenuto anche da Warren Buffett), ha aperto il suo primo stabilimento in Tailandia, accelerando l’espansione globale, in un contesto di resistenze politiche nei mercati statunitense ed europeo. “Entro il 2030 un’auto venduta su tre sarà cinese” “Perché i nuovi dazi europei non fermeranno i produttori cinesi di auto elettriche” Byd accelera espansione globale Il ceo di Byd Wang Chuanfu, uno degli almeno tre miliardari nati dalla casa automobilistica con sede a Shenzhen, ha partecipato alla cerimonia di apertura. (Forbes Italia)

Ne parlano anche altre testate

Ovviamente la fabbrica di BYD rifornirà anche il mercato interno della Turchia. (Fleet Magazine)

La Turchia annuncerà presto un accordo con il produttore cinese di auto elettriche BYD per la costruzione di una fabbrica da 1 miliardo di dollari nella parte occidentale del Paese, secondo quanto riferito da funzionari turchi. (Automoto.it)

L’Europa sta spingendo l’acceleratore su nuovi dazi per chi importa auto dalla Cina, e alcuni colossi del settore stanno cercando di evitarli. Sebbene BYD abbia dichiarato in passato di non temere questi dazi, la contromossa non ha tardato ad arrivare. (macitynet.it)

BYD e i dazi doganali in Europa

Dopo l'Ungheria, tocca ora alla Turchia aprire le porte al colosso cinese delle automobili elettriche Byd. L'azienda di Shenzhen, dopo essere sbarcata in 19 Paesi di tutto il mondo, apre uno stabilimento nel paese guidato dal Sultano Recep Tayyip Erdogan nel tentativo di aggirare i dazi introdotti recentemente da Bruxelles sulle auto di ultima generazione "made in China". (Today.it)

La società cinese BYD, che si contende con Tesla il primato globale nella vendita di automobili elettriche, ha raggiunto un accordo con il governo della Turchia per costruire nel paese uno stabilimento da 1 miliardo di dollari. (Start Magazine)

Il costruttore automobilistico cinese avrebbe intenzione, per aggirare i dazi doganali europei, di costruire un nuovo sito produttivo in Ungheria, la cui produzione di auto elettriche dovrebbe già partire dal 2026. (Adnkronos)