Napolitano, Ciampi e Spadolini. Ecco le loro mosse dietro le quinte della Trattativa

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Il sospetto è che anche l'ex capo dello Stato fosse al corrente delle trame, ma non lo sapremo mai

La trattativa Stato-mafia dopo la strage di Capaci gestita dagli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno ci fu.

Dagli States facevano il tifo per lui ma anche per un Giovanni Spadolini «quirinalizzato», come recita un take dell'agenzia di stampa Repubblica del tempo.

Non c'è solo Oscar Luigi Scalfaro, eletto al Quirinale sulle macerie fumanti dell'auto di Giovanni Falcone (ilGiornale.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Ma tutto questo, evidentemente, per i giudici non è un segno di debolezza dello Stato. Per i giudici di primo grado quell'accelerazione, emersa anche in precedenti sentenze, è da ascrivere alla trattativa Stato-mafia. (Antimafia Duemila)

Con buona pace di quelli che hanno continuato a parlare di una fantomatica trattativa e di teorema del pubblico ministero". di Giorgio Bongiovanni e Luca Grossi " La trattativa fra pezzi dello Stato e Salvatore Riina ci fu " e quella interlocuzione con il boss corleonese venne cercata " subito dopo il sangue sparso con la strage di Capaci" da " esponenti dello Stato. (Antimafia Duemila)

Sono: José León Cerrillo, Carin Ellberg, Mark Frygell, Annika Elisabeth von Hausswolff, Nino Kapanadze, Santiago Mostyn e Xavier Veilhan. L’abitacolo del veicolo, i finestrini e i volti dei passeggeri descrivono una zona di transizione tra sfera privata e pubblica, l’automobile. (Periodico Daily)

In serata è intervenuto con un post su Fb anche l'avvocato Fabio Trizzino, legale della famiglia Borsellino La loro fu solo un'attività lodevole e meritoria, come poi è stato scritto in un'altra sentenza del tribunale di Palermo, passata in giudicato». (Liberoquotidiano.it)

Trattativa Stato-mafia, le domande senza risposta. Secondo i giudici, la trattativa servì a fermare la stagione delle stragi, ma allora perché non estirpare alla radice Cosa nostra subito dopo? (La Stampa)

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