Cavernago piange Nora e Riccardo, striscioni e palloncini per un addio straziante
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La chiesa parrocchiale di Cavernago, gremita oltre ogni limite, ha accolto lunedì 24 marzo l’ultimo saluto a Riccardo Gualandris e Nora Jawad, i due diciannovenni strappati alla vita nell’incidente stradale di sabato notte. Fuori, uno striscione – «Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo» – ha fatto da sfondo a un fiume di persone, tra amici, parenti e semplici conoscenti, uniti da un dolore che ha travalicato ogni differenza.
Le bare, allineate davanti al cimitero, erano circondate da palloncini, magliette delle squadre per cui i due ragazzi giocavano – lui calcio, lei pallavolo – e foto che ne fissavano i sorrisi. Un tributo spontaneo, cresciuto giorno dopo giorno, mentre il paese cercava di metabolizzare l’assurdità di una tragedia avvenuta all’alba, lungo la bretella della 498, dove l’auto su cui viaggiavano si è schiantata contro un camion. Con loro c’erano la sorella gemella di Nora e un amico, sopravvissuti ma ancora sotto choc, per i quali la cerimonia è stata un ulteriore strappo.
La messa, officiata davanti a una folla silenziosa e commossa, ha visto alternarsi preghiere cristiane e islamiche – Nora aveva origini marocchine – in un raro momento di fusione spirituale. Se i dettagli dell’incidente restano oggetto di indagine, quel che è emerso con forza è il legame che univa i due ragazzi alla loro terra: un affetto restituito, oggi, da chi li ha ricordati non con discorsi retorici, ma con gesti semplici, come i fiori lasciati sul ciglio della strada o le candele accese sotto casa.